cb3cb4cb1cb2sudcb5

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

A Castellabate, prima che arrivassero Claudio Bisio e compagnia, una casa per duemila euro la “fittavi” per tutto l’anno. Ora  la stessa cifra non ti basta per tre settimane. Potere del cinema e della tv. Potere del marketing. Ma tant’è. Le chiacchiere stanno a zero, questo paesino arrampicato sulla baia che si affaccia su uno degli angoli più belli del Tirreno  è davvero un gioiellino tutto da godere. Col suo belvedere, con la soppressata e i fritti del chiosco di Pompeo, con gli anelli e le borse di Amalia che vorrebbe fare il triathlon (ma forse anche no) e con un sacco di turisti che scattano foto davanti alle locandine di Benvenuti al Sud  che qui vale più di un Oscar… E così, anche se  quell’Ufficio postale  in realtà non esiste,  “Perche era un bar…” racconta Luca Lanzara, Cicerone perfetto in questo viaggio al Sud tra bici e nuoto in un paradiso che va dal mare alle colline, Castellabate resta la meta di una pedalata che non dimentichi più.  Sarà il sole, sarà il tramonto che si specchia sul un mare che vedi laggiù in fondo ma poi arriva, sarà l’ospitalità di una terra che non ha bisogno di sceneggiature per dar prove di generosità. E allora pedali con Luca, Massimino e Mario e scopri un mondo che un po’ già conoscevi, perchè il Molise, dove sei cresciuto, da qui è un tiro di schioppo e perchè prugne e peperoni li chiamano “lecine” e “friarelli” anche da queste parti. Ti senti a casa ma come capita sempre la differenza la fanno i dettagli. E allora vuoi mettere un allenamento combinato tra pianura Padana e piscina oppure sulla salite di queste montagne dove poi scendi e, come dicono qui, “ti butti a mare…?.  Non c’è partita. Non c’è storia. E lo capisci dai colori e dai profumi che ti inseguono mentre smanetti sulle leve dei rapporti ma lo capisci soprattutto guardando lo sguardo incantato dei tuoi tre figli al primo combinato “terrone” della loro vita.  Chilometro dopo chilometro scoprono un pianeta che neppure immaginavano. E vale tutto.  Valgono i fiori di zucca fritti alla fine della salita, vale fare un bagno anche dopo aver mangiato una fettina di soppressata, vale la sosta per una foto,  vale una discesa dolcissima al calare del sole puntando verso Agropoli con un tuffo in mare  nella baia delle Trentova,  da uno scoglio all’altro con il sole che si spegne tra le onde e rende tutto più magico di quanto non lo sia già. Per Luca il triathlon hai colori e la filosofia dell’Aurora, che poi è quella giusta quando si fa sport a una certa età: “I tuoi figli invece in salita pedalano come assassini, nuotano come se non ci fosse un domani nè un dopodomani e  con quella divisa rossa e nera della Dds sono inquadrati come i carabinieri…”. Ma a 15 anni si fa presto a cambiare idea. Così finisce con la felicità stampata sul volto,  con i piedi sporchi di sabbia, con la salsedine sulla pelle e con lo sguardo di chi ha scoperto che c’è un mondo che non ha solo i ritmi di un cardio o di un gps. Finisce con la tua auto che tra ruote, bici, body bagnati, scarpe, cuffie e occhialini buttati dentro alla rinfusa diventa lo spogliatoio che mai avresti pensato e con un tuffo a Paestum nella piscina dell’agriturismo Seliano di Massimino  che ti spalanca le porte di casa sua. Perchè  qui funziona così. E chi è amico di un tuo amico è anche amico tuo,  per una imprecisata “terrona” proprietà transitiva che  eleva l’ospitalità all’ennesima potenza. E che a cinquant’anni fa anche vacillare qualche certezza. Perchè poi ti siedi a  tavola, bevi un bicchiere di rosso dove sono affogate un paio di percoche,  assaggi una mozzarella di bufala fatta da queste parti e  ti chiedi cosa hai mai mangiato fino a oggi. Benvenuti al Sud. Ma non è un film…