Molti giovani e non più giovani  bevono.  Parlando qualche settimana fa con un medico che mi raccontava le condizioni in cui ogni tanto vede arrivare i giovani nel pronto soccorso dopo feste o serate un po’ troppo alcoliche il pensiero è tornato ai dati di un’indagine presentata lo scorso anno a Milano di cui avevao scritto sul Giornale. Risultava che più di un terzo dei ragazzi faceva (e fa)  uso di alcolici abitualmente (44% degli uomini e 28% delle donne), mentre uno su 10 dichiara di usare droghe. Sono dati del 2015 ma credo che ,al di là di qualche piccola correzione ( tempo per difetto),  si possano considerare attuali. Allora la cosa che più mi aveva colpito era stata la motivazione che sta alla base dell’abuso di alcolici:  per la maggior parte si tratta di un’auto-terapia per curare ansia da prestazione sessuale. La riflessione è banale ma mi torna spesso alla mente una frase di Stefano Baldini durante la premiazione dei  vincitori dei campionati studenteschi di atletica. Anche questa qualche tempo fa:  “Chi fa sport-aveva detto il campione olimpico di Atene – impara a cavarsela nelle difficoltà di tutti i giorni. Chi fa agonismo capisce che si può vincere e perdere e che ogni conquista dipende dal lavoro”. Certo, Baldini non è l’oracolo e ognuno fa le scelte che vuole. Ma credo che  meglio di una pastiglietta o di un pieno di vodka facciano un paio di ripetute. Migliorano l’umore e le performance. Tutte.