giriMilano e il Giro d’Italia, storia infinita. Una lunga storia d’amore che ogni anno, tranne qualche eccezione, si rinnova per raccontare quasi sempre il finale di una corsa che qui è nata e qui torna. Quest’anno il Giro festeggia il suo centenario e Milano c’è. C’è un coppa in Galleria che aspetta la maglia rosa che aspetta Nibali, Quintana e tutti gli altri che tra qualche giorno da Alghero in Sardegna cominceranno la loro fatica. Cento edizioni con 85 tappe che hanno visto l’arrivo in città e che per 75 volte sono state tappe conclusive della corsa. E così sarà anche questa volta, il 28 maggio. Ma non sarà l solita passerella perchè la sfida si deciderà con una lunga cronometro di quasi 30 chilometri dall’autodromo di Monza in piazza Duomo aperta nella mattinata anche agli amatori. Festa nella festa. Un matrimonio che ha fatto la storia di una città. «Torna a Milano la tappa finale del Giro d’Italia- ha detto pochi giorni fa il sindaco Giuseppe Sala- Torna una competizione che ho sempre amato e poter accogliere l’ultima frazione nella nostra città da Sindaco, e non più solo da appassionato, mi rende davvero orgoglioso. Milano e il Giro hanno sempre avuto un rapporto speciale…». Una lunga volata, cominciata nel 1909 da un’idea del giornalista della gazzetta Tullio Morgagni con una prima edizione organizzata in fretta e furia per battere sul tempo Il Corriere della Sera. Quel 13 maggio infatti, 127 ciclisti si presentarono alla partenza per affrontare un percorso che li avrebbe fatti pedalare per 2mila e 447 chilometri da Milano a Milano passando per Bologna, Chieti, Napoli, Roma, Firenze, Genova e Torino: «Ore 2.53 del mattino. Milano è illuminata a festa. Sul rondò di piazzale Loreto gremito di persone i ciclisti si preparano ad affrontare i 400 chilometri di strade fangose e dissestate che li separano da Bologna. Il primo Giro sta per avere inizio…» racconta magicamente lo scrittore Giacomo Pellizzari nel suo ultimo libro «Storia e geografia del Giro D’italia». Quella prima tappa la vinse Dario Beni, che portò a termine il percorso di 397 chilometri ad una velocità media di 28 chilometri all’ora, ma a Milano in rosa ci arrivò Luigi Ganna a cui andarono 5mila 325 lire di premio finale. Da allora Milano e sempre stata passerella di grandi nomi per la vittoria ma anche di tappa: da Giradengo a Binda, da Bartali a Magni, da Marino Basso a Saronni, a Moser. E poi Indurain, Cipollini, Petacchi e due anni fa Keisse. L’ultimo. Ma il giro del Centenario sarà non solo milanese ma anche molto lombardo come ricorda l’assessore allo sport della Regione Antonio Rossi: «Sono sei le località coinvolte da partenze o arrivi di tappa. Oltre a Milano e Monza, anche Bergamo, Rovetta, Bormio e Tirano dove gli atleti dovranno dare il massimo per superare lo Stelvio, l’Aprica e il passo del Tonale e scrivere nuove entusiasmanti pagine della storia del ciclismo».