18921974_1645955275429560_9065773505266695310_n (1)“Sayonara…”. Paola Gianotti  scrive un altro pezzo delle sua storia a pedali, sognando un infinito che questa volta l’ha portata ad attraversare il Giappone. In bici ovviamente. Pochi giorni fa ha raggiunto Cape Sata, il punto più meridionale dell’isola di Kyushu, centrando l’obiettivo di attraversare tutto l’arcipelago, da nord a sud, nel più breve tempo possibile. A caccia di un record, che forse poco le interessa, e che comunque è in attesa di convalida e la porterebbe per la terza volta nel Guinnes dei primati. Ma soprattutto per continuare una raccolta di fondi  sul suo sito  www.keepbrave.com. che permetterà di costruire in Uganda con Africa Mission – Cooperazione e Sviluppo (africamission.org) un’officina per le bici e formare giovani meccanici locali. Pedalando si inseguono i sogni ma si costruiscono solide realtà anche dove non sembra possibile. Senza proclami, a piccoli passi, mattone su mattone come usa tra chi è abituato a pedalare, ad affrontare la fatica quotidiana dei chilometri,  a ragionare giorno per giorno, a fare i conti con la quotidianità degli imprevisti, a gestire le forze. Partita il 24 maggio da Cape Soya, all’estremo nord,  Paola Gianotti ha percorso 2.764 chilometri in nove giorni, con una media di 308 chilometri al giorno, su e giù per 16.700 metri di dislivello, con oltre 75mila calorie consumate: “Sono molto soddisfatta- racconta- é stata un’impresa che ho vissuto con grande  determinazione, pensando che presto sarei tornata in Uganda a proseguire l’importante progetto di charity iniziato nel 2016. Difficolta? Forse i semafori, in questi nove giorni ne ho attraversati 2.446 semafori e le interruzioni a volte hanno spezzato a volte la mia concentrazione. Ringrazio le tantissime persone che mi hanno supportato e seguito attraverso l’app “Follow me” di Sport Plus Health, oltre al mio prezioso e fondamentale team e agli sponsor che continuano a credere in me”. Così dopo il giro del mondo, dopo quello degli Stati Uniti, dopo la Transiberiana e dopo aver pedalato fino ad Oslo per portare la candidatura della bicicletta al Nobel, l’ultrabiker di Ivrea ha portato a termine la sua “campagna d”Oriente”. Un altro punto sulla mappa delle sue avventure, del suo modo di intendere la vita che presto la riporterà in Uganda per continuare ciò che qualche tempo fa ha cominciato. Il sogno è pedalare ma forse non finisce lì…

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