eroSi ritrovano gli eroi di Buonconvento. Si ritrovano il 28 aprile e tornano su queste strade bianche dopo il successo della prima edizione di Nova Eroica in Sud Africa e dopo la California. Saranno il doppio dell’anno passato. E basta questo a raccontare il fascino della bici che fu, che è e che sarà.  Montalcino, le crete senesi, Sant’Angelo in colle, l’Abbazia di Sant’Antimo , Pienza , Lucignano d’Asso tanti chilometri su e giù dagli sterrati che riportano in questa zona l’origine di un ciclismo eroico pedalato come una volta da atleti un po’ eroici. Forse gli eroi sono altri. O forse no. Perchè per correre in bici tanti anni fa un po’ eroi bisognava esserlo. Le bici erano quelle che erano. E le strade anche. Niente carbonio,  niente elettronica, niente integratori, niente di niente. Come diceva Alfredo Binda, e non a caso la sua frase è diventata storia, per correre allora ci volevano i <garun…> e non serve tradurre per capire che bisognava esser tosti. Forse la fatica era di più. Certo che le facce erano antiche già da giovani e le rughe più profonde, cotte dal sole e dal freddo. Non c’era tempo per look,  orecchini, tatuaggi, per i body intonati con le bici. Le scarpette non avevano le suole hi-tech e gli attacchi erano le cinghiette dei puntapiedi. Stop.  Un altro mondo. Un mondo dove la bici era poesia pura, romanzo, oggetto del desiderio e oggetto di un racconto infinito uscito dalle penne di grandi scrittori. Non solo un mezzo meccanico, ma il mezzo per raccontare una grande storia di attese e di speranze e per vivere un riscatto che, dopo le Guerre,  i nostri nonni e bisnonni si sono conquistati con il cuore e con le unghie. C’era una volta il ciclismo dei pionieri che ha fatto pedalare un Paese che aveva voglia di ricominciare e c’è oggi un ciclismo che a quell’epopea si ispira e vuole rivivere. Ovvio, per gioco. Con lo spirito lieve che serve in questi casi. Ed è un altro ciclismo. Più rilassato  di quello delle granfondo dove ci si depila, si cerca spasmodicamente il tempo e davanti si va sempre a tutta. Più godererccio rispetto alla frenesie dei ristori in corsa con sali e barrette presi al volo per non perdere un secondo. Più contemplativo perchè c’è sempre il tempo di una foto o di un “selfie” come si usa da quando i telefonini sono entrati nelle nostre vite. E’ il ciclismo che torna eroico. E’ il ciclismo dell’Eroica, gara-non gara che questo mondo ha avuto l’idea di riscoprire e riproporre. Ed è stato il successo che forse non ci si aspettava con gare che sono diventate altre gare, con corse che sono diventate un format da esportazione, con ciclisti che si sono aggiunti a ciclisti. Così anche a Buonconvento, in provincia di Siena,  l’Eroica, che da  qualche anno ormai è diventata anche l’Eroica di Primavera, replica. Replica un  ciclismo vintage ispirato a valori ed emozioni intramontabili su strade bianche e impegnative, così da provare quella “bellezza delle fatica”, che rende unica e così tanto amata la proposta de L’Eroica in tutto il mondo. Perchè una volta era così. E perchè oggi è bello per molti che sia ancora così.  Ma se questa vuol essere una corsa che gratifica i sensi, come sempre accade nel ciclismo, c’è un prezzo da pagare. La bici non fa sconti e nulla regala anche se la durezza del percorso sarà addolcita da  paesaggi, cittadine e paesi incantevoli,  da cibo e vino della miglior tradizione toscana.  E non sarà solo bici. Perchè l’Eroica ormai è un contenitore trasversale che ruota intorno ad un mondo che è innanzitutto passione ma anche un modo di vivere. Attorno alle mura e all’interno di Buonconvento, uno tra i borghi più belli d’Italia ci sarà infatti un  mercatino del ciclo-vintage  a cui si affiancheranno stand di abbigliamento e bici d’epoca, stand enogastronomici. E poi convegni, presentazione di libri, concorsi, concerti, il circuito degli Assi e tanti altri eventi che rendono l’ Eroica Primavera un vero e proprio happening delle due ruote. C’erano una volta gli eroi…Oggi c’è l’Eroica.