supDal triathlon al ciclismo e poi al running. Ma alla fine la domanda è sempre la stessa: “Come mi devo allenare?”. Va così soprattutto per chi lo sport non lo fa per mestiere ma per passione e magari ci ha anche provato a seguire tabelle e programmi. Però spesso poi improvvisa e va a sensazione: se ci si sente in forma si spinge un po’ di più, se invece le  gambe e la testa non rispondono si va di conserva. Vale il buonsenso che però spesso non basta e tradisce. “La risposta esatta è una piccola rivoluzione culturale-  spiega Maurizio Binello, uno dei 5 soci della start-up che ha realizzato SuperOp, uno strumento in grado di misurare qual è il carico allenante-  Noi non diciamo ad un atleta cosa fare ma quando farlo.  Ognuno è libero di continuare a seguire il proprio programma di allenamento, il nostro strumento è solo lo specchio che gli permette di valutare  ogni mattina in che condizioni è il proprio organismo e  lo stato di forma e di conseguenza l’intensità della sua prestazione”.  L’idea nasce nel 2015  dagli studi del professor Marco De Angelis docente di Metodologia dell’Allenamento nel Dipartimento di Scienze Cliniche Applicate e Biotecnologie dell’Università dell’Aquila, e dalla pratica di Wellness & Wireless di Reggio Emilia, che  hanno studiato  il significato dei parametri fisiologici chiave e delle loro interrelazioni matematico-statistiche nelle modificazioni tipiche cui incorrono gli organismi degli sportivi. “Grazie ai dati della  misurazione della pressione e del battito cardiaco fatta ogni mattina prima di alzarsi dal letto- spiega Binello– un algoritmo è in grado di calcolare la perfetta omeostasi di un atleta, cioè la perfetta condizione di equilibrio giornaliera, e quindi  la performance che si dovrà sostenere”.  Tutto ciò con  uno sfigmomanometro  da polso e una app da installare sul proprio smartphone che traducono le indicazioni in una serie di colori:  rosso (allenabilità bassa);  arancione (processo di recupero in corso, non completo); giallo (recupero completo); verde ( supercompensazione). ” I dati vengono trasmessi al nostro server- spiega Binello- e dopo 15 giorni inizia il calcolo vero e proprio. Per una perfetta analisi ci servono almeno otto settimane di dati”.  Il calcolo è complesso e prende in considerazione più di 30 parametri : “Il recupero e l’equilibrio vengono calcolati valutando lo stato fisico, lo stress organico e metabolico, i carichi di allenamento e ma non solo- continua il responsabile di SuperOp–  Si tiene conto anche dello stile di vita, delle ore di sonno,  delle abitudini alimentari”.  Nel mondo dello sport professionistico tra i primi allenatori ad utilizzare questo sistema è stato Sandro Damilano, il più medagliato allenatore nella marcia al mondo,  con la  Nazionale Cinese. Poi sono arrivati gli altri. Tanti. Da Vincenzo Nibali a Arianna Fontana nello shortrack. Da  Federico Pellegrino nello sci di fondo a Simone Ruffini nel nuoto in acque libere. Ma anche le nazionali di canoa e canottaggio, quella di calcio femminile e di taekwondo. “E’ stato più semplice proporlo ai professionisti che non agli amatori- spiega Binello– perchè comunque loro sono più abituati a confrontarsi con le tecnologie nella gestione della preparazione. E poi tra gli amatori il luogo comune è che l’allenamento per essere efficace debba sempre essere faticoso. Quindi caricano, caricano e caricano…Ovvio che non è così”.  E dallo sport al benessere il passo è breve: “Mi piace ricordare poi che con questo strumento ci si prova la pressione ogni mattina senza lo stress e l’emozione di andare in un ambulatorio- ricorda Binello–  Tutti i dati vengono catalogati e ciò cui permette anche di far emergere casi di ipertensione. Anche una semplice situazione di stress con questo strumento può diventare un colore e in qualche caso può essere un campanello d’allarme”.