tel19I figli sono “piezz e core..”  ma soprattutto di salute cagionevole. Così è pieno il mondo italico di mamme che sgranano gli occhi quando i loro cuccioli si allenano al freddo, nel fango o sotto la pioggia. E’ un attimo. E gli allenatori diventano dei sadici senza cuore che non si rendono conto di ciò che fanno, che l’influenza è dietro l’angolo, che con tre linee di febbre e si fa la coda al pronto soccorso, che i piccolini non sono d’acciaio e si stancano, che se non dormono dieci ore si abbassa il sistema immunitario, che se escono senza felpa e cappellino gli viene la polmonite, che “non gli farà mica male tutto questo sport?”…E invece no.  Corrono, saltano, nuotano, si sporcano, si sfiancano e poi ricominciano come nulla fosse. I bimbi sono “superatleti” e lo conferma uno studio franco-australiano dal quale emerge che i ragazzini hanno le stesse capacità fisiche di un atleta molto allenato, e che ciò è possibile grazie al loro metabolismo muscolare, e soprattutto alla grande capacità di recupero. Lo spiegano i ricercatori delle università di Clermont-Auvergne, in Francia, e di Edith-Cowan, in Australia, che hanno condotto uno studio congiunto su bambini sottoposti a un intenso sforzo in bicicletta. “L’organismo può fornire energia ai i muscoli in due modi  differenti- spiega la ricerca- senza apporto di ossigeno (anaerobia) o con ossigeno (aerobia). Senza ossigeno si produce una grande quantità di energia molto rapidamente ma ci si stanca subito, come accade per esempio a uno sportivo durante uno sprint. Con ossigeno l’organismo produce invece meno energia, ma resiste più a lungo, come nel caso di una maratona. I bambini utilizzano questi due flussi di energia in modo diverso: usano più quella aerobica per riuscire a resistere e quindi meno quella anaerobica che fa stancare subito. Inoltre, anche la struttura dei loro muscoli sarebbe un vantaggio in quanto  hanno più fibre muscolari a contrazione lenta, quindi più resistenti alla fatica”. Lo studio ha arruolato 12  bambini di età media 10 anni e mezzo, 12 giovani adulti non allenati (età media 21,2 anni) e 13 atleti maschi allenati (21,5 anni), e hanno condotto due test su una cyclette. Il primo serviva a determinare la loro capacità aerobica massima, aumentando costantemente la potenza della bike fino a raggiungere la stanchezza. Nel secondo test, i ricercatori hanno chiesto al campione studiato di fare uno sprint di 30 secondi per misurare la fatica e il successivo recupero. Da qui il risultato: i  bambini e gli atleti producono più energia del flusso aerobico rispetto agli adulti non allenati, e anche il loro livello di fatica dopo lo sprint era simile e inferiore. Dato ancor più sorprendentemente: la capacità di recupero dei  bambini è stata superiore a quella degli altri due gruppi. E così adesso siamo tutti un po’ più tranquilli…