paoE’ il Giro di Paola. Un Giro che gioca d’anticipo, corre davanti,  tappa dopo tappa perchè c’è un’idea che è diventata una fissa e meno male che è così. Pedalare davanti per promuovere la sicurezza stradale, per far sì che se ne parli, che si faccia qualcosa e che le parole diventino gesti, coscienza e senso civico.  Paola Gianotti parte prima. Parte domani per pedalare sulle strade della corsa come aveva già fatto lo scorso anno. Repetita iuvant… Via da Bologna: quasi quattromila chilometri sulle strade del Giro. Stesse curve, stesse salite e stesse difficoltà. Arrivo il 2 giugno a Verona con uno sprint che la incoronerà in rosa a prescindere. Chi pedala così vince, non c’è storia. Chi pedala da così è da Guinnes anche se poi lei lo è davvero perchè è l’unica ad aver fatto il giro del mondo in bici attraversando 48 stati negli Stati Uniti ed il Giappone. E non solo quello: “Ho deciso di ripetere il Giro  perché lo scorso anno ho vissuto delle emozioni incredibili- racconta-  e mi sono resa conto di quante persone sentissero proprio il messaggio del rispetto del ciclista. Non  ho mai pedalato una tappa da sola perché in tantissimi si sono uniti per accompagnarmi in tutte le tappe. Pedalare sulle strade di casa con tantissimo tifo mi ha fatto capire ancora di più quanto il ciclismo sia uno sport di tutti e il Giro d’Italia sia una vera e propria festa in tutti i comuni dove transita. Quest’anno sono ancora più emozionata perché tre tappe sono in Piemonte e la  quindicesima tappa parte proprio dalla mia Ivrea dove sto organizzando un grande evento con centinaia di ciclisti”.  Sulle maglie, sui camper che la seguiranno, sulle tv e sui giornali che ne parleranno farà buona mostra di sè il logo giallo “Io rispetto il ciclista” che è poi lo slogan della campagna ideata insieme con Marco Cavorso. “Il messaggio più importante che voglio far nuovamente passare è quello della giusta convivenza tra ciclista e automobilista sulla strada perché non credo che un morto ogni 35 ore  sia ancora accettabile- spiega Paola Gianotti- Per questo negli ultimi mesi insieme a Marco Cavorso e Alessandra Cappellotto dell’Associazione corridori professionisti abbiano presentato al Ministro Danilo Toninelli la proposta di inserire nel codice stradale il sorpasso di un velocipede ad un metro e mezzo di distanza” .  E purtroppo ancora una materia liquida questa della sicurezza. Ma più se ne parla e  più se ne discute, più diventa solida e concreta. Tutto fa,  anche pedalare davanti che non significa andare in fuga. Anzi. Mai come questa volta significa esserci…