breCento anni di Gianni Brera. Un secolo che rivive in una sera, in un premio, in una storia che non finisce mai e che ha cambiato il modo di raccontare lo sport ma non solo quello.  Il premio Gianni Brera consegnato agli sportivi dell’anno è un rito che si rinnova. Da diciannove anni ormai ed è diventata una tradizione, un appuntamento con lo sport inteso, pensato, vissuto e scritto come solo un campione come «Giuanfucarlo» poteva e sapeva. La grandezza di un giornalista, di uno scrittore si misura dai tentativi di imitazione e in questo senso Brera di copie più o meno riuscite ne ha avute tante.

Ma la differenza è che tra le sue mani la scrittura era materia viva, si trasformava in intuizioni, soprannomi, nuove parole che hanno raccontato lo sport come dovrebbe essere, come uno se lo immagina, adattando alla poesia di un gesto a quella di un racconto che è poi diventato storia della letteratura. Con lui gli italiani hanno imparato a conoscere parole come melina, contropiede, libero, atipico, pretattica. Sudore, fatica, gambe e cuore erano aggettivi che nei suoi racconti di futbol non mancavano mai e che bisognava mettere sul campo. E infatti più Riva che Rivera, più Bearzot che Sacchi, più mediani che mezzeali. Brera sapeva cogliere magia ed essenza dello sport, il senso più profondo, sapeva raccontare le emozioni andando oltre la cronaca. Tante nuove parole che sono diventate storia e che per una sera ritornano.

Tutto in una sera, quella di martedì, quando alle 18 sul palcoscenico del Teatro Dal Verme in una kermesse condotta dal giornalista Mediaset Mino Taveri saliranno squadre e campioni premiati anche per raccogliere un testimone che tramanda gli insegnamenti e la memoria di un giornalista milanese che è stato anche molte altre cose insieme. Trofei e riconoscimenti che saranno consegnati nelle mani di atleti e sportivi che si sono distinti per i risultati ottenuti sul campo ma soprattutto per il modo con cui hanno affrontato le loro sfide e per il loro contributo alla promozione di una immagine dello Sport che sarebbe piaciuta a Gianni Brera stesso.

Con l’aiuto di una Giuria composta da giornalisti, ex sportivi e personalità, il Circolo «Navigli Artisti e Patriottica» ideatore del Premio, assegnerà i Trofei all’Inter, all’ Athletic Bilbao, al Real Madrid e al Barcellona gli unici quattro club in Europa a non essere mai retrocessi nella serie B dei loro campionati e al «Settebello» azzurro fresco campione del mondo di pallanuoto. Non solo. Premio alla carriera per il grande Josè Altafini e premio anche a Milena Bertolini ct della nazionale femminile che l’estate scorsa ha fatto innamorare gli italiani del calcio femminile durante i mondiali. Premi anche per Alessandra Ilic, «regina» del taekwondo e agli agenti delle polizie Locali che a settembre si sono misurati nella terza edizione dei campionati del Mondo. Tra i premiati infine anche Giorgio Martino, voce storica dello sport in Rai, che nel suo ultimo libro ha racconta la rivalità ciclistica tra Merckx e Gimondi. L’albo d’oro del Premio Brera, che nella sua prima edizione premiò la Ferrari, annovera tra gli altri l’Olimpia Milano Basket, la Juventus, Daniele Molmenti, «Bebe» Vio, Gianni Petrucci, Valentina Vezzali, Gigi Buffon e Claudio Ranieri nell’anno in cui con il Leicester conquistò la Premier