cass“Che brutto momento. È tutto fermo, anche il  ciclismo, le corse, almeno in Italia. È un gravissimo colpo per uno sport che porta soltanto gioia”. Così scrive Davide Cassani, commissario tecnico della nazionale azzurra di  ciclismo. “Cos’è una corsa? – si chiede il ct- Un trenino colorato, il tempo che si ferma per qualche secondo, quello che serve per vedere quel trenino passare. La gioia dell’attesa, l’emozione per quei secondi che scorrono lenti, il ricordo di quei momenti che ti porti nel cuore.  In questo momento non si può correre perché il pubblico è troppo coinvolto, perché la gente è parte integrante di una corsa, perché il ciclismo è sulla strada, è l’arte dell’incontro, è tendere la mano, sentire l’odore del suo sudore. Ecco tutto questo ora non si può fare perché è pericoloso”. Ma c’è un interesse superiore da tutelare, c’è la vita di mezzo.” Quindi nostro compito ora è stare a casa, preoccuparci della nostra salute ma soprattutto per la salute di quelli più fragili. Il ciclismo non muore, si ferma. Ed è giusto così. Non facciamo cavolate. Sto parlando a quelli come me. A tutti gli amatori, ai cicloturisti. Gli ospedali cominciano ad avere carenza di ventilatori disponibili. Quindi attenzione  Alla nostra età punterei a qualche km in meno e a qualche anno in più di vita.  Lo so, è un sacrificio ma lo dobbiamo a noi e a tutte le persone ci sono vicine e tempo per andare in bici ne avremo tanto, ma ora stiamo a casa.  #iorestoacasa”,