coeInutile negarlo, il rischio c’è. E in un periodo di controlli antidoping resi impossibili dell’emergenza virus o, comunque, non prioritari c’è più di qualcuno che la domanda se la pone. Anche avanzando dei dubbi sulle procedure di controllo fatte con telecamere collegate alle case degli atleti con Zoom o Skype: “Chiaramente, a causa del lockdown e delle restrizioni nei viaggi, i controlli antidoping sono più difficili da eseguire” ha spiegato Sebastian Coe, presidente della Federazione internazionale (World Athletics), in un’intervista a “Deutsche Welle”. Ma assicura che eventuali atleti tentati dal doping, però, non possono pensare nemmeno per un momento di poter agire impunemente: ” Nessuno deve immaginare che non ci siano i controlli – ha spiegato l’ex campione britannico del mezzofondo – Voglio inviare un messaggio molto chiaro agli atleti: non pensino che siamo in un periodo senza test. Non e così. Se scegli di non rispettare l’integrità del tuo sport, verrai preso”. Coe ha anche ammesso di sperare che gli atleti abbiano l’opportunità di gareggiare in determinate competizioni quest’anno, nonostante il rinvio delle Olimpiadi di Tokyo e la cancellazione degli Europei a Parigi. “Spero sinceramente che gli atleti possano allenarsi di nuovo quest’anno – ha concluso – Vogliamo che siano in grado di tornare a gareggiare il più rapidamente possibile, ma anche in sicurezza”.