«Passo dopo passo posso guardare lentamente al futuro e combatterò per riprendermi. Passo dopo passo posso iniziare a vivere in modo più indipendente. Ora sono a casa, dove le ferite al viso e sul corpo possono continuare a guarire e nei prossimi mesi dovrò riposare molto a causa di una grave commozione cerebrale. Mi sottoporrò a molteplici interventi chirurgici e a trattamenti per curare le lesioni facciali. Voglio far sapere a tutti che sono molto grato di essere ancora vivo…” Fabio Jakobsen ha 23 anni, di professione fa il ciclista professionista e fino ad un paio di settimane fa alla morte non ci pensava proprio. Perchè a vent’anni alla morte non ci si pensa mai: si sogna, si fanno progetti, ci si diverte, si gode e si vive. Ma poi, un giorno qualunque in un posto qualunque, basta una transenna che cede in un volata spalla a spalla come se ne fanno a migliaia e ti ritrovi al centro di una carambola assurda che ti cambia la vita, che ti obbliga a ripensarla, a riacciuffarla con una fatica incredibile come quando sei là davanti al gruppo per andare a chiudere una fuga in una giornata di vento contrario. «Sono trascorse due settimane dal mio incidente in Polonia- racconta il corridore olandese della Deceuninck-Quick Step in una lettera pubblicata sui social- I medici traumatologi e gli infermieri al traguardo di Katowice mi hanno salvato la vita, cosa di cui sono estremamente grato. Ho passato una settimana nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale St. Barbara di Sosnowiec. Qui mi hanno subito operato per cinque ore e mi hanno dato la possibilità di vivere…». «È stato un periodo difficile e buio per me in terapia intensiva dove avevo paura di non sopravvivere – spiega il vincitore nel 2019 di due tappe alla Vuelta – Grazie anche agli organizzatori del Giro di Polonia e al mio team, la mia famiglia è stata in grado di starmi vicino, il che mi ha dato molta forza”. Mercoledì scorso Jakobsen è stato trasferito al Centro medico dell’Università di Leida dove ha continuato le cure di riabilitazione per il recupero della funzionalità dei muscoli facciali e dai ieri è tornato a casa. Da lì si riparte: buona strada…