“L’Uci indaghi pure, e poi faccia quello che vuole. Quanto al possibile declassamento, se la disciplinare avvierà delle azioni lo farà verso Rcs, non verso la gara in sé. Noi contatti non ne abbiamo avuti, abbiamo solo letto il comunicato”. Il direttore  del ciclismo di Rcs Sport, Mauro Vegni, replica all’Union Cycliste Internationale che, dopo l’incidente negli ultimi chilometri del Giro di Lombardia che ha visto il corridore della Bora-Hangsrohe Maximilian Schachmann prendere in pieno un’auto che ha attraversato il percorso tagliandogli la strada, ha aperto un’indagine sull’accaduto. “Sulla sicurezza noi facciamo la nostra parte al massimo -spiega Vegni- ma per le chiusure non intervengo io, non sono un organo di polizia. In un percorso di 230 km ci sono migliaia di accessi, sta anche alla gente rispettare le regole: quando trovo dei nastri io mi fermo. Ma adesso è tutto da verificare, lasciamo agli inquirenti indagare. Sono molto dispiaciuto per quanto successo ma anche cosciente che è complicato: per bloccare ogni singolo accesso ci vorrebbero tremila uomini, mica si può. E che non si sapesse del Lombardia è impossibile, il comune di Como aveva pubblicato il passaggio della gara ovunque, e noi anche di più”.  Sicuramente sarà così ma il problema sicurezza resta ed è una priorità assoluta soprattutto dopo il Ferragosto terribile appena passato. Soprattutto dopo il tragico volo di Remco Evenepoel al Lombardia, dopo lo schianto di Fabio Jakobsen nel Giro di Polonia, dopo le cadute al Delfinato e dopo che nella quarta tappa i corridori hanno chiesto di neutralizzare 10 chilometri di una discesa che ritenevano troppo pericolosa.  Una protesta che è un segnale chiaro e che arriva dopo una lettera aperta firmata da Gianni Bugno, presidente della Cycling Pro Association, il sindacato dei corridori professionisti,  in cui si chiedeva più attenzione alla sicurezza: “Il Cpa chiede all’Uci e a tutti gli stakeolder di istituire una tavola rotonda per avviare la revisione del regolamento per avere un chiaro riscontro in termini di prevenzione e sanzioni nei confronti degli organizzatori delle gare- spiega una nota- Lo scopo  è proteggere l’integrità fisica dei corridori e consentire loro di svolgere il proprio lavoro i sicurezza”.