“L’età è uno stato mentale e io mi sento relativamente giovane nel ciclismo perché ho cominciato solo un po’ più tardi di altri…”.  Chris Froome batte un colpo. Dà “distrattamente” un’occhiata alla sua carta di identità e passa oltre perchè c’è sempre un tempo per ricominciare. Così torna e a 35 anni  svela quali saranno i piani  del suo nuovo team, la Israel Start Up Nation, con cui tenterà di conquistare il quinto Tour de France. Se dovesse riuscirci, sarebbe il secondo ciclista più anziano della storia della Grande Boucle, dopo il belga Firmin Lambot che lo vinse a 36 anni nel 1922. “Mi piacerebbe vincere il quinto Tour e continuare a correre  puntando ai grandi giri fino a quando non sarò pronto a ritirarmi dallo sport alle mie condizioni- spiega-  Il modo in cui l’alimentazione e questo sport si sono evoluti nel corso degli anni lo rende certamente possibile: per esempio un corridore come Alejandro Valverde, già sui 40 anni, corre ancora nei grand tour, in competizione con i migliori del mondo. Quindi è ancora possibile e mi piacerebbe dimostrarlo”. Il campione britannico, che quattro anni era stato convocato a corte da Sua altezza la regina Elisabetta che gli aveva conferito per  meriti ciclistici l’onorificenza dell’Ordine dell’Impero Britannico, è in California per terminare un lungo programma di riabilitazione dopo l’incidente di un anno e mezzo fa nel giro del Delfinato dove ha rischiato la vita. «La cosa più semplice era fermarsi -spiega-  ma non volevo finire la mia carriera per una caduta. Così quando ho saputo che avrei potuto recuperare completamente ho deciso che ci avrei provato…”. Lo scorso anno era tornato alle gare ma la stagione che farà capire al “keniano” cosa è ancora in grado di fare ai livelli che gli competono sarà questa che arriva.  Un calendario vero e proprio che scandisca le tappe del ritorno ancora non esiste, troppe le incognite legate alla pandemia, ai vaccini, alle date “ballerine”  di molte corse come quelle del Sudamerica a cui il team israeliano avrebbe dovuto partecipare ma che sono tutte saltate per il Covid. E allora si guarda avanti. Si riparte dalla Israel Start Up Nation, la squadra voluta dal magnate Sylvan Adams  che sbarca nel ciclismo che conta con  la missione di far conoscere e far crescere  il ciclismo in un Paese dove,  non a caso, dal nulla a Tel Aviv è stato creato un  modernissimo velodromo. La sfida è portare campioni, ciclismo e soprattutto turismo in un Paese che proprio grazie a questa nuova avventura si farà conoscere nel mondo, i tutti quei Paesi che si collegheranno con i grandi giri e con tutte le grandi corse del World Tour. Froome sarà il biglietto da visita. Sarà il pioniere di una nuova sfida che non è solo la sua. E i pionieri non hanno età…