Il Covid sta lentamente spegnendo tutto ciò che ci sta intorno: vita, scuola, lavoro, sport e socialità.  Sta rendendo tutti più diffidenti e ci stiamo abituando a stare da soli. Si sta lontani, non ci si tocca e non ci si abbraccia, si guarda storto chi non ha la mascherina ben alzata sul naso, chi tossisce, chi sconfina, chi corre, chi esce in bici o ha voglia di andare a ballare o a bersi un aperitivo. Ci si guarda in “cagnesco” anche quando  ci si sfiora facendo la spesa. C’è una pandemia che contagia il corpo ma ce n’è anche una che contagia l’anima che amplifica ansie e paure. E forse è pure peggio. E così sta accadendo in Giappone dove quest’estate dovrebbero esserci le Olimpiadi già rinviate lo scorso anno. Bene , anzi male : l’ 80 per cento dei giapponesi non ne vuole neppure sentir parlare, c’è il timore che atleti e delegazioni possano rinvigorire il contagio soprattutto dopo che nei giorni scorsi  il primo ministro giapponese Yoshihide Suga  ha ripristinato lo stato di emergenza per Tokyo scatenando il panico sulla sorte dei Giochi. Tra sei mesi dovrebbe esserci la cerimonia di apertura ma “il virus  incombe come un elefante in una stanza …” ha spiegato senza giri di parole Nick Pound, uno dei membri più importanti del CIO in un’intervista in cui ha fatto capire che i Giochi Olimpici di Tokyo potrebbero saltare nuovamente e questa volta in modo definitivo.  Niente Giochi, niente sport, niente festa perchè, anche se le olimpiadi dovessero esserci, tutto saranno fuorchè quel rito di partecipazione, di gioia, di gioventù e passione che come sempre dal villaggio olimpico conquista il mondo.  Per la prima volta i Giochi saranno ospitati da un Paese ostile, che non li vuole e non applaudirà, che resterà chiuso nelle proprie case perchè ha paura del contagio o perchè ormai così si è abituato a vivere. Sembra quasi che ci si stia rassegnando:  niente olimpiadi, niente sport, niente scuola, niente più lavoro negli uffici, niente parenti, niente amici, niente stadi, niente cinema, niente teatri, niente di niente. Così, anche se sembra accesa, si spegne la fiaccola olimpica e un po’ anche la nostra vita…