Le parole contano. E il fatto che una delle prime esternazioni ufficiali del nuovo ct della nazionale di ciclismo Daniele Bennati riguardi  proprio la sicurezza vuol dire molte cose. Significa innanzitutto che il problema esiste (ma forse è sempre esistito) ed ora, con l’esponenziale aumento dei ciclisti sulle strade, è diventato un’emergenza. Significa che se ne parla di più e non solo sui canali dell’informazione ma significa purtroppo anche che il livello di contrapposizione tra chi pedala e chi no continua ad alzarsi in una assurda guerra di posizioni alimentata (va detto) anche da chi in bici delle regole se ne infischia.  “La situazione delle strade italiane ultimamente è peggiorata e non vedo attenzione da parte delle istituzioni- spiega Bennati all’Adnkronos- Anche le nuove norme nel codice stradale non hanno portato alcun aiuto nello stato generale della circolazione. Un ciclista che esce in allenamento non sa mai se tornerà a casa, sono preoccupato”. Le campagne  sulla sicurezza in questi ultimi anni sono state molte. Non si sono tradotte quasi mai in provvedimenti veri e propri ma hanno il merito indiscusso di aver tenuto alta l’attenzione che alla lunga serve ma non risolve se ai cartelli che indicano la distanza, alle ciclabili, ai vari divieti non seguono sanzioni previste ed applicate. “Da diversi anni noi dell’ambiente portiamo avanti campagne per la sicurezza stradale- continua il ct- ma non vedo ascolto da parte della politica in generale. E’ un peccato, perché anche se l’Italia ha una storia importante in questo sport, con tanti appassionati, in realtà poi vai per le strade e vedi che non è così: ciclisti e pedoni sono visti come intralci, e ne fanno le spese. E sta peggiorando, quando sono passato al professionismo nel 2002 la situazione era migliore. Nel mio nuovo ruolo dovrò seguire gli allenamenti solo negli appuntamenti maggiori quindi generalmente con strade chiuse, questo peggioramento mi preoccupa ugualmente: dovremmo ottenere più attenzione da parte delle istituzioni”.