E’ il giorno degli eroi, c’è il pavè al Tour. Che fa tremare polsi e manubri, che fa sussultare l’anima, che spezza ruote e a volte sogni. Domani frazione numero cinque,  una mini Roubaix di 156 chilometri. Partenza da Lille e arrivo a Wallers-Arenberg. E’ una delle frazioni più attese dell’intero Tour de France 2022 con  11 tratti di durissimo pavé per un totale di 19,4 chilometri. Tra questi  ci sono anche quelli classici della Parigi-Roubaix, ovvero Wandignies, Brillon, Sars et Rosieres, e Wallers a 6 km dall’arrivo. Il traguardo sarà posto in prossimità della foresta di Arenberg, che non verrà però percorsa. E così già nella prima settimana si potrebbero  fare i conti e a qualcuno potrebbero anche non tornare  perchè, come si dice in questi casi, forse non si saprà chi potrà vincere questo Tour ma probabilmente si saprà chi l’ha perso. Anni fa fu il nostro Vincenzo Nibali a scrivere sul pavè la storia del suo Tour ma anche domani c’è parecchia gente in corsa che sulle pietre è capace di grandi imprese: da Sagan a Van Aert a Van Der Poel. Imprese di polvere e fango, forature,  cadute, piccoli e grandi drammi, retroscena e accordi proibiti, fortuna, abilità e destino che trasformano anche il Tour nella corsa di un giorno. Il pavè è l’anima della Roubaix e gli organizzatori della Grande Boucle se la prendono in prestito per raccontare un ciclismo che non ha tempo, che è la miglior mossa di marketing che si possa fare per  alimentare il mito di una corsa che con SuperBowl, Olimpiadi, Mondiali e finale Champions è già uno degli eventi sportivi più importanti al mondo. Domani si fa l’appello.  Il Tour è il Tour anche per questo. Storia che diventa presente e futuro di uno sport epico quando la strada è questa. E i francesi lo sanno, si tengono strette le loro pietre maledette, se le coccolano, le conservano, c’è addirittura un’ associazione  che ne cura la conservazione e il recupero e trasmette questi valori affidando ai giovani allievi dei licei agrari la cura pratica di ogni cubetto, di ogni tratto, di ogni settore.  Ci sono anche un paio di ministeri che si occupano della faccenda, perchè il pavè, catalogato, archiviato e marchiato è “Monument Historique”. E il Tour ringrazia. Dice sempre Francois Doulcier, presidente de Les amis de Paris-Roubaix che “pedalare sul pavè è come scalare una montagna e che per vincere una corsa sul pavè devi essere un eroe…”. E domani per usare un po’ di sana retorica è il giorno degli eroi…