E vuoi vedere che il problema di chi pedala nelle città stanno diventando le ciclabili? Se non ci sono fanno discutere; se ci sono fanno discutere ancora di più; se sono con i cordoli sono pericolose; se sono solo disegnate sull’asfalto ancora peggio e si potrebbe andare avanti all’infinito. Milano è uno degli esempi lampanti. Il Comune annuncia in Municipio 7 l’inizio dei lavori per una nuova ciclabile in via Novara e il dibattito si riaccende. E si riaccende perchè se da una parte c’è chi ideologicamente i ciclisti non li sopporta, dall’altra c’è chi sempre un po’ ideologicamente i ciclisti li vuole imporre. Un muro contro muro che non porta bene, soprattutto a chi in bici ci va perchè un clima “inacidito” alza il livello di rischio. E basta muoversi in bici a Milano per capire che aria tira. Da via Sardegna a Buenos Aires a Molino delle Armi chi pedala rischia la pelle. La rischia perchè sulle piste non c’è controllo, non ci sono vigili, telecamere, non c’è nessuno che scoraggi auto, furgoni, moto, scooter a sfrecciare per saltare code o ingorghi. Le ciclabili possono piacere o non piacere ma se ci sono devono essere usate da chi pedala. Altrimenti diventano zone franche dove si rischia di finir male. E sarebbe bene che Palazzo Marino se ne renda conto in fretta e le metta in sicurezza. La ciclabilità è un’alternativa per il trasporto e i dati record sulle vendite di bici ne sono la prova. C’è un futuro a pedali che sarà una risorsa solo se riuscirà ad integrarsi con le altre forme di mobilità senza far guerre né crociate e senza la presunzione di voler «salvare il mondo». Ma non basta moltiplicare il numero delle piste e delle bici per fare il miracolo. Non sono «pani e pesci». Serve investire in sicurezza, servono controlli e multe per chi sgarra, ciclisti e «monopattinisti» compresi quando «scorazzano» impuniti dove non devono. Il problema non sono le bici e le ciclabili ma chi le usa per far politica.