E’ un attimo rincorrere i pensieri. A volte basta un profumo, altre un’immagine che ti capita per caso sullo schermo del computer quando in redazione stai facendo i conti con la fretta e stai cercando nell’archivio una foto a corredo di un’intervista politica. Clicchi sull’immagine e appare tua moglie, bici in spalla, che sta risalendo una scalinata di Montalcino per andare alla partenza dell’Eroica di Primavera. Un anno fa, forse due ma poco importa: è un attimo.  Le immagini e i ricordi delle scorribande eroiche sono sempre nitidi anche se si perdono nel tempo, magia di un rito che, da Gaiole a Montalcino, ha la capacità rara di fermarlo. Cosa sia veramente l’Eroica forse non lo sa neppure Giancarlo Brocci , il padre della “creatura”. L’aveva in mente da sempre. Figlia delle passioni da ragazzi, del  duello sportivo del secolo fra Bartali e Coppi,  di uno sport popolare che più popolare non si può e che da queste parti ancora affolla le case dei paesi, le strade e le piazze. Figlia di un sport di campioni con le mani grosse, con le rughe, con le facce da ciclisti , ragazzi di famiglie numerose che tiravano la cinghia, forti, muscolari, senza scienza e senza dieta.  L’Eroica è Natale con la sua vigilia, la sua attesa, i suoi doni sotto l’albero. Sono bici, scarpe, maglie, cappellini, barbe e baffi antichi. Persone, amici, che si conoscono, che si ritrovano, che si ricordano. Che mancano. Un popolo di passione,  giovani e meno giovani, uomini e donne di ogni latitudine. L’Eroica è fatica vera. Come una volta, senza esibizionismo, senza recite. Sono strade bianche, sudore, qualche bicchiere di Chianti e anche un piatto di ribollita. L’Eroica è senza tempo, nel senso che si arriva quando si arriva e va bene, anzi benissimo. Sempre. Perchè qui non si taglia, anzi si fa la coda per un timbro. Qui ci si ferma, si riparte e ci si ferma ancora. Senza fretta. L’Eroica è l’elogio della lentezza in una vita che impone invece di andare veloci. Sempre più veloci.  Qui invece ognuno ha la sua di velocità e anche chi va piano a suo modo va veloce. Basta intendersi. Arriva il giorno in cui la velocità diventa un’ipotesi, un valore indefinito, una variabile trascurabile, un dettaglio.  Qui si va piano perchè non c’è fretta, perchè si vuole godere più a lungo, perchè si torna padroni del tempo. Conviene sempre riappropriarsi del  tempo che si consuma e ci consuma,  spezzettarlo, sbocconcellarlo,  masticarlo a lungo. L’Eroica è la quintessenza del vivere lieve.  Per essere Eroici  bisogna conoscere la storia, l”anima e la meccanica del ciclismo. Che è stile, benessere, e rispetto. Che è amore per  lunghe distanze,  che è fermarsi quando si incontra qualcun altro in difficoltà, che è un mondo a parte. Un mondo di romantici impallinati che credono di aver capito tutto.  E forse è davvero così.  E allora basta una foto a farti tornare in mente tutte queste cose qui…