Ci si vestiva in giacca e cravatta, qualcuno indossava anche il cappello, e c’era la Guerra. Si stava con le orecchie tese e il naso all’insù in una città già bombardata e pronta a nascondersi nei rifugi al primo sibilo delle sirene. Le foto erano in bianco e nero, si ascoltava la radio e, per sapere cosa succedesse nel mondo, si aspettavano i giornali del giorno dopo. Ottant’anni fa a Milano.

E ottant’anni fa sulla pista d’abete del Vigorelli, Fausto Coppi firmava il suo storico record dell’ora. Il tempo è passato, la storia è rimasta e stamattina il Comitato del «Vigo» celebrerà un’impresa marcata per sempre sulle assi del Velodromo. «Un mese fa abbiamo esultato per il record dell’ora di Filippo Ganna a Grenchen in Svizzera- scrivono gli organizzatori- Ma tra il 1935 e la fine degli anni Sessanta del secolo scorso la pista scelta per questa prova era il Vigorelli, considerata la più veloce al mondo…».

Sono ben nove infatti record dell’ora stabiliti al Vigorelli tra il 1935, da Giovanni Olmo, e il 1958, da Roger Rivière. A questi vanno aggiunti i tre femminili, ottenuti tutti nello stesso 1958 da Renée Vissac, Mildred Robinson ed Elsy Jacobs. Non vanno inoltre dimenticati i record di Jacques Anquetil del 1967, non omologato perché si rifiutò di sottoporsi all’antidoping, e quelli di Francesco Moser del 1986, classificati «a livello del mare». Un posto speciale però è occupato dal primato stabilito da Coppi il 7 novembre 1942. E il racconto si perde nel tempo.

La storia narra di un sabato pomeriggio nebbioso, tipicamente milanese ma mai come quella volta benedetto perchè con la nebbia i bombardieri, che la settimana prima hanno scaricato sulla città migliaia di bombe, si tengono alla larga. Tribune affollate, ma non c’è il tutto esaurito. C’è anche una delegazione di operai dell’Alfa Romeo che rimane a fare il tifo sulle gradinate allungando la pausa pranzo. É un record dell’ora con tanti retroscena.

A convincere Coppi a provarci è il suo fido preparatore Biagio Cavanna, il «Mago di Novi», ex pugile ed ex ciclista poi diventato cieco ma talmente abile con le mani da scoprire la stoffa dei campioni solamente massaggiandoli. Coppi e i dirigenti della Legnano, la sua squadra, il record non lo vogliono proprio tentare. Per tanti motivi ma soprattutto perchè, con la guerra che incombe, non è stato possibile prepararlo in pista ma solo simulando allenamenti su strada con la bici del record modificata per sicurezza con un freno posteriore. Chilometri e chilometri nella piana verso Tortona con il rapportone e a ritmi folli: e sono tutti convinti che non basti. Ma Cavanna insiste anche perchè quell’impresa potrebbe evitare al Campionissimo, che è già arruolato nel 38mo Reggimento fanteria «Ravenna» di stanza a Tortona, di partire per il fronte.

Così si fa e si comincia con il benestare del prefetto di Milano che dà l’ok all’impresa a partire dalle 13 perchè a quell’ora il rischio di incursioni aeree è minore. Coppi arriva al velodromo in bici direttamente dal Castellania, dopo aver pedalato per «riscaldarsi» un centinaio di chilometri. Alle 14 e 12 minuti il giudice gli dà il via e parte. Pedala su una bici speciale realizzata da Ugo Bianchi, il meccanico della Legnano a cui ha dato una mano anche Faliero Masi, maestro telaista: pesa 7 chili e mezzo e ha due ruote «specialissime» con cerchi in legno e tubolari in seta da 110 grammi (anteriore) e 120 grammi (posteriore). I rapporti sono 52 x 15, con uno sviluppo di 7,38 m per pedalata.

Va alla caccia del record del francese Maurice Archambaud che il 3 novembre di cinque anni prima, sempre al Vigorelli, aveva pedalato in un ora per 45,767 chilometri. Coppi parte veloce, forse troppo. Rispetto al francese prima è in vantaggio, poi alla pari e poi in svantaggio. Un terribile sforzo finale però lo porta a percorrere allo scoccare dell’ora, 45,871 chilometri, trentuno metri in più del vecchio record dopo verifiche e aggiustamenti. In pista ad applaudirlo, oltre a qualche giornalista, ci sono alcuni suoi compagni di squadra della Legnano e anche di Fiorenzo Magni: il campione di Castellania vorrebbe continuare a pedalare per battere anche il record dei 50 chilometri ma i cronometristi lo fermano.

E’ festa ma non c’è tempo per festeggiare, perchè le sirene spediscono in fretta tutti nei rifugi anti-aerei. L’impresa entra nella storia, vale a Coppi un buon riconoscimento, ma non l’immunità dal fronte dove infatti, pochi mesi dopo, viene spedito a combattere per finire anche prigioniero degli inglesi in Tunisia vicino a Capo Bon. Il 17 maggio 1943 viene internato a Megez el Bab e poi trasferito al campo di concentramento di Blida, nei pressi di Algeri. «Questo record è fondamentale nella storia del velodromo e nella carriera del Campionissimo- spiegano gli organizzatori del Comitato- Pertanto oggi la nostra usuale sessione di allenamento sarà arricchita dall’arrivo di un gruppo di ciclostorici, che partirà in bici da Castellania per raggiungere il Vigorelli e dalla lettura di alcune memorabili pagine su quello storico record fatta da Gino Cervi. Ci sarà anche una visita guidata al Velodromo»