Un po’ come la Sibilla Cumana, la sacerdotessa di Apollo che prediceva il futuro, così il passo del Cuvignone, nel Varesotto, tra la Valcuvia e Laveno, fa per  il ciclismo; “Quando correvo questa salita mi dava le risposte che cercavo- ricorda Ivan Basso, due volte maglia rosa- Non so quante volte l’ho fatta in allenamento, ho perso il conto. Ma prima del Giro la facevo tre volte di seguito e il tempo lo prendevo alla terza arrampicata: se stavo sotto i 27 minuti, male che andava, ero da podio e non sbagliava mai…”. Eccolo qui il passo del Cuvignone in una fredda mattinata novembrina. Da Cittiglio, proprio davanti alla casa natale di Alfredo Binda, si parte per una festa di ciclismo scortati dalle staffette organizzate da Renzo Oldani, Presidente della Società Ciclistica Alfredo Binda organizzatrice della Tre Valli Varesine. Una pedalata che è l’occasione per inaugurare il percorso permanete del Dinamo Cuvi climb pensato da Luca Spada fondatore di Dinamo, azienda di integratori naturali, e Presidente di Eolo, e realizzato con l’aiuto del Comune di Cittiglio. Poco più di 9 chilometri con una pendenza media dell’8,4% ma soprattutto con “muri” al 14% per un dislivello positivo di 766 metri: numeri che mettono alla prova anche i più allenati e che vedono i migliori ciclisti raggiungere la cima in poco meno di 30 minuti.  Da questa mattina la fatica è scandita da una decina di cartelli fissi che indicano distanza e pendenze e che, come già accade sui colli del Tour, sono il primo passo per consegnare queste rampe ai ciclisti e all’iconografia del nostro ciclismo. Il resto verrà. E si spera arrivi  da chi ( Governo, Regione, Enti) può dare una mano, ma soprattutto fondi, per ripristinare strada e strutture che il maltempo ha danneggiato pesantemente. Così si augura il sindaco di Cittiglio Rossella Magnani: “Il Dinamo Cuvi climb  va ad arricchire il territorio varesino che ben si presta agli sport outdoor e che vede in Cittiglio un luogo simbolo del ciclismo internazionale . Una iniziativa che segue quella analoga svolta lo scorso anno con la tabellazione della salita al Campo dei Fiori”. E poi c’è il Cuvignone. E bisogna andar sù. I cartelli del Dinamo climb sono lì belli lucenti a ricordare, se mai ce ne fosse bisogno, che in salita il tempo scorre molto, ma molto, più lentamente che altrove. E’ un tempo che ognuno interpreta a suo modo con bici in carbonio,  con velocipedi in acciaio degli anni eroici, con moderne due ruote assistite da motori elettrici come si usa oggi. Qualcuno addirittura in Graziella. Tutti con lo sguardo all’insù, a cercare i tornanti e un po’ di sollievo tra le foglie di un autunno che qui è più freddo che altrove e tra i rifugi degli Amici dei funghi che bruciano faggio profumato dai camini. Si va verso una una vetta che finalmente arriva. Il ritrovo è ai 1.036 metri del valico di Vararo che unisce la cresta dei Pizzoni di Laveno al Monte Nudo dove sono ferme le moto staffette delle Tre Valli, un’ ammiraglia del Team Eolo, qualche giornalista e i primi che iniziano a scendere mentre gli ultimi arrivano. C’è il tempo di un ristoro, di una barretta, di un integratore caldo per poi coprirsi e tornare giù. Ognuno con la sua fatica, col suo divertimento e con le sue risposte. Così parlò il Cuvignone. Così avrebbe parlato anche la Sibilla.