Un camion investe un ciclista e chi è alla guida fugge. “Caccia al pirata…” scrivono il giorno dopo i giornali. Già, ma chi è il pirata? Un uomo, una donna, un italiano, uno  straniero, uno alto, basso, vecchio, giovane, ricco, povero…Boh!  Il pirata può essere tutto o il contrario di tutto finchè non si trova. Un ubriaco, un “tossico”, uno in preda al panico, un bastardo che non si rende conto di ciò che sta facendo, un parente, un amico. Ma ciò che conta è che fugge lasciando in terra una persona colpita a cui magari toglie anche l’ultima chance di sopravvivere. Una o mille storie storie purtroppo tutte uguali. È stato rintracciato in Germania il camionista che due giorni fa ha travolto e ucciso Davide Rebellin.  I carabinieri dopo aver passato al setaccio i fotogrammi di tutte le telecamere accese sulla regionale numero 11 hanno chiuso il cerchio intorno a un 62enne tedesco che era alla guida di un camion rosso. E’ stato intercettato in Germania, con la collaborazione dell’Interpol, ed è stato denunciato ma non arrestato perché secondo nel codice penale tedesco non esiste il reato di omicidio stradale. Non è nuovo ad imprese del genere: nel 2001 era già stato condannato in Italia, a Foggia, per essere fuggito dopo un incidente senza prestare soccorso alle persone coinvolte e nel 2004, sempre in Italia a Chieti, la polizia italiana lo aveva fermato in stato di ebbrezza e gli aveva ritirato la pèatente.  Ma non è questo il particolare più inquietante. L’uomo, secondo la ricostruzione fatta nelle indagini, sarebbe stato del tutto conscio di quanto accaduto: dopo l’investimento sulla rotatoria si sarebbe infatti fermato, sarebbe sceso dalla cabina di guida del Tir per avvicinarsi a Rebellin per poi risalire sul camion allontanandosi velocemente. Un fatto riferito ai Carabinieri da testimoni oculari, alcuni dei quali lo avrebbero anche fotografato.