Il triathlon di Bardolino fa 40 anni: ma è ancora tempo di “semina”
Quarant’anni sono storia. Per molti sono tempo di “raccolto” ma non per Dante Armanini, presidente del Gruppo sportivo Bardolino che sabato festeggia la cifra tonda di uno dei più iconici triathlon in circolazione. Per lui è ancora tempo di “semina”: “La cosa più avvincente da fare è sempre stata quella di proporre qualcosa di diverso, magari per alcuni anche insolito, ma comunque di originale e di unico- aveva spiegato poco tempo fa presentando l’edizione di quest’anno- Qualcosa che permettesse di distinguere il Triathlon di Bardolino da tutti gli altri eventi…”.
Missione compiuta. L’olimpico di Bardolino che si disputa dopodomani fa un po’ storia a sè e continuerà a farla con innovazioni e grandi trovate che hanno lasciato il segno come la zona cambio a due piani che aveva destato scalpore qualche anno fa o la realizzazione di un labirintico reticolato di ponti artificiali e passerelle per accompagnare triatlete e triatleti nelle diverse frazioni di gara o, ancora, l’introduzione del cronometraggio elettronico che fu un’assoluta novità alla fine degli anni ’80.
Ma quaranta volte Bardolino, piaccia o no, sono un pezzo di storia del triathlon, almeno la nostra. Sono migliaia di atleti che si sono tuffati nelle acque del Garda, che hanno pedalato e corso. Facce da campioni, campionesse, facce di semplici appassionati, facce che sono venute qui e tornate, facce soddisfatte per il solo fatto di poter dire io c’ero, ci sono stato e sabato ci sarò. Quaranta volte Bardolino dopodomani saranno più di 1200 atleti al via da oltre 20 nazioni diverse come Argentina, Brasile, Cile, Islanda, Finlandia e Svezia. Quaranta volte Bardolino sono l’orgoglio di aver realizzato una classica del triathlon come la Sanremo per il ciclismo, come Wimbledon per il tennis….
Quarant’anni era il due settembre quando da piazza Bra a Verona partivano i primi 69 triatleti italiani. Un piccola truppa d’assalto, abbastanza improvvisata e proveniente da altri sport che per la prima volta forse provava a mettere tutto insieme. Un circuito di otto chilometri, con l’Arena sullo sfondo, e poi via in bici attraverso la Valpolicella fino sul lungolago Mirabello a Bardolino. E qui ci si tuffava seguendo il tracciato delle boe e delle barche fino a punta Cornicello per poi tornare nel porticciolo di piazza Amedeo di fronte all’Enoteca. Forse non era esattamente così ma le pagine dei giornali locali titolavano con grande entusiasmo: “Verona tiene a battesimo il Triathlon in Italia…”. E ancora: ” Esplode a Verona la febbre del triathlon”.
Quant’anni fa il triathlon era roba da pionieri poco griffati e tanto coraggiosi. Roba da bici in acciaio, da calzoncini e magliette come capitava altro che carbonio, body e mute galleggianti. Forse non cominciò davvero tutto da Bardolino certo è che Bardolino fu uno dei primi appuntamenti importanti per chi aveva deciso che correre, pedalare e nuotare dovevano essere uno sport solo. Per la cronaca, come scriveva Silvio Camettisul Giornale del Nuoto , il primo al traguardo fu Gianpaolo Cantoni, un pallanuotista che però correva forte e se la cavava anche in bici. Alle sue spalle due nuotatori: Roberto Olmi e Alberto Guerrini. E al sesto posto quel Dante Armanini che ancora oggi è cuore, mente e anima di questo triathlon. Una vita fa. Che però continua. Perchè quarant’anni sobo storia e gloria ma c’è chi non si accontenta…