Gli snob sono andati al bar

Partiamo subito dalla notizia: il gestore di un bar di Viareggio ha deciso di rinunciare alle slot machine e al loro posto ha piazzato un paio di piccole librerie. L’idea di per sé è degna di plauso. Ma fino a un certo punto. E’ vero che è dai piccoli gesti individuali che si può creare un movimento virtuoso, ed è altrettanto vero che, stando a una ricerca effettuata l’anno passato da Sistema Gioco Italia e citata nell’articolo de IlLibraio.it sul bar di Viareggio, sono 790mila gli italiani a rischio ludopatia. Però il trionfalismo con cui il web (in generale) e […]

  

L’Absurdistan esiste. Parola di Gary Shteyngart

“Cos’era l’Unione Sovietica?” potrebbe sembrare una domanda oziosa ma non lo è. Nemmeno se a porsi la questione è un russo. Anzi forse sono proprio le nuove generazioni nate e vissute laggiù sotto la ritrovata democrazia e il rinato mercato che hanno meno indizi sul loro non così lontano passato. E’ questa tesi (confortata da innumerevoli prove oggettive) che ci offre lo scrittore Gary Shteyngart nel suo ennesimo romanzo autobiografico. Quest’ultimo però (intitolato Mi chiamavano piccolo fallimento e come gli altri pubblicato da Guanda) è meno romanzo degli altri e molto più “autobiografico”. Come già sanno i suoi affezionati lettori […]

  

La Principessa di Clèves antidoto ai reality

La principessa di Clèves è uno di quei romanzi che possono insegnarci molto sull’amore. Non, beninteso, su cosa sia il sentimento amoroso o su come si presenti e su quali ne siano gli effetti e le cause. Bensì ci dice molto su come si possa raccontare. Sulle parole dell’amore, insomma, Madame de la Fayette (1634-1693) sembra una vera autorità. E ci stupisce anche. O, almeno, ha stupito a lungo gli storici della letteratura perché Madame de la Fayette non aveva molti esempi su cui rafforzare il suo talento. Eccezion fatta ovviamente per la lettura di Shakespeare e per l’amicizia e […]

  

Quanto costa l’immortalità letteraria?

Cosa hanno in comune Giovanni Drogo, George Duroy e Julien Sorel? Non molto, a parte il fatto di essere divenuti immortali grazie all’estro letterario dei loro “genitori”. I protagonisti de Il deserto dei Tartari, di Bel Ami e de Il Rosso e il Nero sono solo alcuni degli esempi possibili in un discorso dedicato all’immortalità dei personaggi romanzeschi.   E  navigando in un simile dibattito, spunta all’improvviso una domanda che solo all’apparenza è oziosa. Quanto vale in termini economici il nome di un personaggio romanzesco?  Difficile dare una risposta. Almeno fino al prossimo 20 novembre  quando sarà possibile aggiudicarsi un […]

  

Il nuovo Wodehouse è nato a Bari

Ci sarebbe bisogno di un nuovo Achille Campanile. Molto bisogno, a dire il vero. La letteratura vive una stagione non proprio di fiacca quanto di crisi esistenziale. Tanto che il modello vincente – in questo momento – pare essere l’autofiction (vedi solo per fare un esempio su tutti l’ultimo vincitore del Premio Strega Francesco Piccolo). In un momento simile bisognerebbe tornare almeno a sorridere (se non a ridere di gusto) attraverso le parole. Quindi avremmo tutti bisogno dell’aiuto di Ennio Flaiano, del già citato Campanile oppure di penne professionali ma non tanto ambiziose (o meglio presuntuose) come Guido da Verona. […]

  

Così Facebook sta salvando i libri

Con la prima giannetta (venticello freddo in romanesco) si ammoscia la moda virtuosa dell’ice bucket challenge (quella secchiata di acqua ghiacciata per beneficenza) e prende corpo su Facebook l’onda della lista dei libri “della vita”. “Dieci titoli, così recita lo slogan, che ti hanno segnato e trasformato. Letti i quali non sei stato più lo stesso”. Il gioco ha regole precise: per stendere la propria top ten bisogna essere nominati da un amico. Al termine della stesura si deve poi indicare il nome di almeno due “amici di Facebook” che dovranno raccogliere il testimone del gioco e pubblicare a loro […]

  

Il raffinato Auden schiavo dei libri gialli

Dire sulle pagine de The New York Review of books che leggere letteratura è un passatempo come un altro, e che non è assolutamente detto che questo stesso modo di trascorrere le ore debba renderci migliori, è come entrare in una curva al momento del derby cittadino e dire che il pallone è uno sport noioso per decerebrati. In entrambi i casi gli autori di questi gesti inconsulti, di queste bravate proditorie, rischiano grosso. Anzi, rischiano tutto.  La rivista americana è uno dei “salotti buoni” dell’intellighentia a stelle e strisce. Lì non ci si può permettere il lusso di mettere tutti […]

  

Robert Redford e la pubblicità progresso sulla lettura

Avete presente Robert Redford in quel film di Sidney Pollack? Quel film dove il bel biondino ancora trentenne veste jeans e cravatta sotto il maglione di lana grezza e lavora per un oscuro ufficio dietro il quale si nasconde uno dei tanti servizi della Cia? Già, aveva anche un nome in codice. Anche se non lo usava mai. E quel nome era Condor. Avete indovinato! Stiamo parlando de I tre giorni del Condor. Perché qui? Perché in un blog che parla di libri? Semplice! Perché quel film, oltre a essere un thriller mozzafiato, così ben curato, scritto, montato, recitato da […]

  

Tradire Calvino? Almeno per un’estate si può

Il fenomeno si ripete. Puntale. Ancor più inflessibile nella sua ripetitività che lo scioglimento del sangue di San Gennaro. Stiamo parlando dell’impennata della vendita dei libri del cosiddetto “canone italiano”. Ogni estate, appena la scuola chiude i battenti, le librerie si popolano di ragazzi svogliati e genitori ansiosi che chiedono ai commessi sempre i soliti titoli. “Ce l’avete Se questo è un uomo di Primo Levi? E la Trilogia degli antenati di Calvino?” A volte arrivano a chiedere anche Il fu Mattia Pascal  di Pirandello o La coscienza di Zeno di Italo Svevo. E le classifiche pubblicate settimanalmente sui quotidiani […]

  

L’ansia di Kafka ci rende felici

L’ansia di Kafka rende noi lettori felici. Ecco una massima che suona quasi come un paradosso. Oltretutto sembrerebbe, a un primo approccio, una sentenza molto cinica. Si direbbe che sia sul dolore dello scrittore (Kafka in questo caso diviene una sorta di sineddoche in rappresentanza degli scrittori tutti) che fondiamo la nostra soddisfazione. Lui infatti scrive, scrive, scrive. Spesso mosso da urgenze dolorose; da ansie incompiute, da pensieri luttuosamente profondi. E quel risultato noi lo riconosciamo nelle sembianze di libro. Lo apriamo (il libro) voluttuosamente. E avidamente lo leggiamo. E spesso (ma non sempre, va precisato) ne godiamo copiosamente la […]

  

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