fibrosiTra le patologie del polmone, quella che conosco più da vicino è l’enfisema polmonare che, impietosa, ha ridotto ad un leggero soffio  il respiro di mio suocero, fino a scomparire del tutto. Non avevo mai sentito parlare della Fibrosi Polmonare Idiopatica che, essendo una malattia rara, evidentemente, non ha mai trovato grande spazio a livello mediatico. Oggi, però, si stima che in Europa siano tra gli 80mila e i 110mila i pazienti, genericamente tra i 55 e i 70 anni, che soffrono di questa malattia grave e irreversibile. In Italia, si registrano 16 casi ogni 100mila abitanti. Pochi, direte voi. Pensate, però, che il numero è destinato ad aumentare e valutate che l’IPF  causa più morti della maggior parte dei tumori. “Il Guerriero stanco” è un’installazione posta al 112 di Corso Garibaldi che, supportata dal Comune di Milano e da altre associazioni, è la raffigurazione artistica dell’uomo sofferente di IPF, col respiro molto fievole#FightIPF. La Fibrosi Polmonare causa una cicatrizzazione progressiva dei tessuti dei polmoni, provocando una crescente difficoltà a respirare: ecco perché solo il 50% dei pazienti sopravvive più di 2-5 anni dalla diagnosi. Parola chiave: diagnosi. Purtroppo, la malattia è molto difficile da diagnosticare, essendo i sintomi simili a quelli di molte altre malattie dei polmoni, specie negli anziani. Mancanza di fiato, tosse secca e stizzosa: sarà influenza, pensa inizialmente chi ne è colpito. Invece, fate attenzione, perché potrebbero essere sintomi dell’IPF, patologia che spesso, anche gli stessi medici, faticano a diagnosticare. Ecco perché occorre un’informazione a tutto campo per educare non solo i cittadini, ma anche il personale sanitario nell’individuare questo disturbo fatale. Prevenire è meglio che curare: quante volte ho scritto questa frase. Peccato che, in questo caso, non esista prevenzione: essendo idiopatica, la patologia si manifesta senza avere una precisa origine. Al di là di casi di familiarità, non esiste una prevenzione ad hoc, se non la conservazione di uno stile di vita virtuosamente sano. Sorprende, però, che non sia stata trovata ancora una cura. Da dieci anni esiste un farmaco il cui principio attivo è il pirfenidone, utile per gestire la patologia e rallentarne la progressione prolungando la sopravvivenza dell’individuo colpito. Purtroppo non per guarire.

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