E finalmente si riparte. L’idea e anche la voglia di un viaggio ha tenuto quasi tutti in compagnia durante il duro periodo pandemico che abbiamo affrontato e adesso, dopo due anni di rinunce, si va. Certo, con mille attenzioni e precauzioni.

Sicuramente abbiamo, imparato ad essere più prudenti e a curare maggiormente l’igiene delle mani e della tavola, ma purtroppo, nonostante questi accorgimenti, il piacere di una vacanza a volte viene rovinato da disturbi e malesseri tipici del cambio di clima, delle abitudini alimentari, di precarie condizioni igieniche in località meno organizzate, soprattutto in mete esotiche o tropicali. Febbre, vomito, nausea, disturbi gastrointestinali sono convenzionalmente attribuibili alla cosiddetta “diarrea del viaggiatore”. Una scomoda compagna di viaggio che potrebbe davvero rendere la nostra vacanza un brutto ricordo, ma anche lasciare conseguenze sottovalutate per la nostra salute. Che fare, dunque?

“La diarrea del viaggiatore – spiega il Dottor Paolo Usai Satta, Dirigente Gastroenterologia presso AO G. Brotzu Cagliari e Segretario nazionale AIGO – si caratterizza per la improvvisa comparsa di dolori addominali, vomito e soprattutto diarrea e colpisce di norma tra il 20 ed il 40% dei viaggiatori, in genere nei primi giorni del viaggio. Una delle cause più comuni è l’ingestione di acqua o alimenti (verdure in particolare, ma anche altri cibi crudi) contaminati da batteri fecali, parassiti o anche da virus”.

Come intervenire? “La terapia deve mirare innanzitutto a contrastare la rapida disidratazione dell’organismo con un adeguato apporto idrico e con il supporto di antibiotici intestinali e probiotici”. La patologia risulta particolarmente pericolosa per le categorie più fragili, quindi neonati, bambini e anziani, con possibili complicanze secondarie anche serie. “In questi casi, soprattutto per i bambini molto piccoli, è necessario reintegrare rapidamente i liquidi e i sali minerali. Sebbene si tratti solitamente di infezioni destinate ad una risoluzione completa, – continua Usai Satta – essendo un fenomeno acuto e molto destabilizzante, non è possibile pensare di ricorrere a rimedi naturali per contrastarla e una specifica terapia preventiva non è normalmente necessaria, salvo per zone del mondo dove siano note epidemie di infezioni intestinali in atto”.

Perciò, quando si viaggia in paesi tropicali o in via di sviluppo meglio seguire questo vademecum per evitare il peggio:

  • ingerire sempre cibi cotti, evitando carni e pesci crudi, verdure e frutta fresca, preferendo prodotti confezionati,
  • evitare di bere acqua dal rubinetto e bevande con cubetti di ghiaccio, scegliendo sempre prodotti imbottigliati,
  • utilizzare acqua imbottigliata anche per la semplice abitudine di lavarsi i denti.

Ma facciamo attenzione perché: “Se la diarrea persiste anche dopo il rientro dal viaggio – conclude il medico – è raccomandabile sottoporsi ad accertamenti poiché, in taluni casi, potrebbero manifestarsi infezioni o parassitosi persistenti che richiedono una terapia specifica. Per questo sarà necessario rivolgersi al proprio medico curante, per eventuali esami diagnostici quali coltura e parassitologico delle feci”.

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