[photopress:SDC12626.JPG,full,alignright]Nessuna notizia se non che l’inverno non è per niente finito, anzi. Il meteo annuncia che ne avremo per tutto il prossimo mese e forse anche fino a metà marzo e che da domani è in arrivo sul Nord Italia una nuova e più rigida perturbazione polare. Intanto stanotte  in Trentino siamo arrivati a -20 e così pure in val d’Aosta. Dalle mie parti, ad Albairate, nel parco sud di Milano, stamattina il termometro segnava -5, segno che nel nostro piccolo anche noi facciamo la nostra  <porca figura>. Perchè ‘sto preambolo meteorologico?. Perchè correre nelle campagne gelate  è sicuramente affascinante e perchè ieri mattina è stato davvero un bel delirio per tutti quelli che ci hanno provato. Anche oggi però non era male e  in braghe corte all’Idroscalo non c’era la solita folla di sportivoni. Pochi affezionati, ben coperti a sgambettare un po’ più veloci del solito con tanta voglia di una doccia calda il più in fretta possibile. Io, Andrea ed Ezio siamo saliti in canoa. Solo passione, non ce l’ha detto il medico e non c’è una spiegazione.  Qualcuno direbbe che non c’è nessuna logica nell’andare a pagaiare sull’acqua dell’idroscalo  per metà ghiacciato… o forse si. Il rumore della barca che spacca il ghiaccio è impressionante e se all’inizio ti inquieta un po’,  poi diventa un gioco. Così dimentichi i geloni alle mani, l’acqua gelida che ti schizza addosso e cominci a prenderci gusto e anche a sudare perchè un’ora e mezzo di canoa non sono una passeggiata. Poi a qualcuno viene l’idea di cronometrare lo slalom, ad un altro di inventarsi la telecronaca che sembra la finale di un mondiale  e ti fai prendere la mano. Troppo forse. In canoa ribaltarsi è un secondo,  anche meno. Ti ritrovi in acqua al gelo senza capire esattamente cosa ti stia capitando. Annaspi, provi a nuotare tra i lastroni di ghiaccio cercando disperatamente un appiglio, ti aggrappi alla barca che si è rovesciata e provi a raggiungere una riva senza fermarti mai perchè il gelo ti paralizza dai piedi alle sopracciglia. Ti tiri fuori,  giri il kayak, lo svuoti, risali e riprendi a pagaiare verso il molo dell’Idroscao club che è un paio di chilometri là in fondo. Non so cosa mi è passato per la mente mentre rientravo, mi si erano congelati anche i pensieri. No so quanti gradi ci fossero fuori e dentro l’acqua. Non so più neanche se avevo freddo. So solo che  ha ragione mia madre: <Ma in canoa- mi ha detto l’altra mattina- non si va d’estate?>