Innanzitutto complimenti a tutti quelli che sono arrivati. Si sapeva, non era facile oggi correre la maratona di Milano con i trenta gradi di mezzogiorno. Quelli del meteo sono diventati bravi come i francesi e non sbagliano più. Così caldo doveva essere e caldo è stato. Ieri gli organizzatori avevano “barato”: <Ci sarà qualche grado  meno, temperatura ideale per una 42 chilometri…” . Balle. I gradi in meno c’erano ma dalle 10.30 in avanti sembrava di essere su viale Ceccarini a Riccione a luglio: mancavano solo le granite ai ristori. Ma è andata ed ora, comodamente seduto alla scrivania,  la fatica sta già diventando dolcissima, quasi da godere. Mi diverte fare il punto sulla gara e siccome è un periodo che mi sono  fissato con classifiche e pagelle,  provo a dare i voti alla undicesima edizione della Milano marathon, per me promossa senza riserve.
ORGANIZZAZIONE: VOTO 9
N
on scrivo nulla di nuovo: non è facile organizzare una maratona a Milano. Basta vedere tutti i guai, le retromarce, i cambiamenti di percorso, di arrivo, di partenza e così via. Ora sembra che ci siamo. Da due anni l’aria è cambiata. E la prova del nove è quella di stamattina. Credo sia stata l’edizione che ha visto più volontari in strada, più vigili, più onlus coinvolte, più acqua ai ristori, più vip in gara, più sponsor. Insomma tutto un po’ di più. Un buon segno e una buona ripartenza, come si dice adesso nel calcio.
ROBERTO CAPUTO (PD): VOTO 4. “Solo uno sprovveduto poteva pensare un disastro del genere. Un intero quartiere, il Ticinese Navigli, prigioniero di una manifestazione che dovrebbe tenersi su altri percorsi come succede nelle grandi città europee…>. Ma Caputo ci è mai stato nelle altre città europee quando si corre una Maratona? Possibile che per una domenica mattina i milanesi al mercatino dei fiori dei navigli non possano andarci a piedi o in bici? Va beh che c’è la campagna elettorale ma mi sembra proprio  che il consigoiere del Pd abbia perso una bella occasione per star zitto. E poi il Pd non è il partito che fa dell’ecologia, delle domeniche ecologiche, dello stop alle auto uno dei suo cavalli di battaglia?
MANFREDI PALMERI (FLI):VOTO5. “Manifestazione spelndida, ma manca il governo della città. Bravi gli organizzatori ma i cittadini erano delusi perchè sono rimasti bloccati soprattutto sui Navigli”. Vale la stessa cosa scritta per Caputo. Un voto in più solo perchè Manfredi Palmeri lo conosco, mi sta simpatico e va perdonato perchè è in campagna elettorale.
FORMIGONI: VOTO9.  L’aveva promesso e c’era. Ha corso e sudato anche lui  nell’ultimo tratto di staffetta. Al contrario di Caputo s’è messo in braghe di tela ed è venuto a vedere cosa succede quando c’è la martona a Milano. Magari il prossimo anno ci regala un blocco del traffico…
SOLIDARIETA’: VOTO 10. Niente da dire. Un successo. Basta vedere quante staffette e quante onlus c’erano in gara. Il risultato, cioè la raccolta fondi, si vedrà quando si faranno i conti. Ma qui mi sembra proprio che ci siamo.
STAFFETTTE: VOTO 10 e lode. La Relay marathon sta diventando il valore aggiunto di Milano. Fantastico l’entusiamo con cui la gente partecipa. Amici, aziende, politici, ognuno ha un buon motivo per dividersi in quattro questa faticaccia. Ma c’è un ma. Credo che per le staffette si debba fissare un limite massimo perchè altrimenti la 42 km di Milano rischia di diventare la gara delle staffette e addio maratona. E sarebbe un peccato.
PARTECIPANTI: VOTO 10 e lode. Tutti grandissimi. Chi ha corso la maratona, chi la staffetta , chi è arrivato, chi si è fermato, chi ha fatto la mezza, chi a un certo punto ha camminato. La maraaona di milano undicesima edizione passerà alla storia come una delle più calde di sempre, un po’ come Parigi cinque anni fa. Esserci e arrivare diventerà un punto d’orgoglio. “Io c’ero…”, insomma.
VIP: VOTO 8. Un parterre de Roi, avrebbe detto l’indimenticabile Adriano De Zan commentando una gara di ciclismo (A proposito ieri c’era la Roubaix: 10 a Joahn Van Summeren che ha vinto staccando tutti). Da Zorzi, a Troncon a Bertolami a Toldo, a  Cornacchione, ai comici di Zelig ognuno ha fatto la sua parte e un po’ di spettacolo soprattutto al traguardo. Tutto bello perchè se ne parla ma per me, integralista della maratona, non bisogna esagerare.
SAVOLDELLI: VOTO 10. Il Falco, che correva come me per Smarathon, l’ha presa sul serio. E non avevo dubbi. Uno che vince due Giri d’Italia anche se smette resta “collegato” con il cervello ai meccanismi della gara. E quando parte, parte. Così stamattina alla Fiera è venuto a controllare cosa c’era nel gel che stavo mangiando, ha chiesto un paio di cose sul tratto che doveva correre e quando nell’ultima frazione mi ha affiancato non aveva nessuna intenzione di far salotto: ” Ma così a quanto stiamo andando? A cinque al chiloemetro? E quindi vuo dire a 12 all’ora?”. Chiariti sti due concetti ha accelerato e a chiuso il suo tratto un una mezz’ora scarsa. Grandissimo.
ANDREA TRABUIO: Voto 10. E’ il direttore della maratona e credo si sia fatto un mazzo tanto. Ma ci sta, lo pagano per quello. Però è uno serio, che lavora sodo e si fa in due, tre, quattro e anche di più. Insomma c’è. E c’era anche al traguardo quando ha dovuto sorreggere Monica Wangari ( in foto), la keniana che  gli è stramazzata tra le braccia. Ma era solo per il caldo e la fatica, non si monti la testa
NAIBEI, MANCINI, PERTILE E TUTTI GLI ALTRI: VOTO 10. Hanno corso, sofferto, faticato e si sono dati battaglia. Tra gli uomini ha vinto il keniano Solomon Busendich Naibei, tra le donne Marcella Mancini. Ma meritano applausi anche Ruggero Pertile, Emma Quaglia e tutti gli altri.
ZANARDI E LINUS: VOTO 10. Il primo perchè è un grande, ha sempre il sorriso sulle labbra, una buona parola per tutti e non molla mai. L’altro perchè, come mi aveva promesso, ha letto i miei dieci motivi per cui vale la pena correre una maratona.
E PER FINIRE  10 AI MOLISANI. Non ci credevo. Quando al 4 chilometro mi sono ritrovato davanti la maglietta “targata” Isernia non ci credevo. Che ci fa un molisano della mia città alla Milano Marathon? Ovvio la corre. Ma non bastava. E quando gli ho chiesto se era di Isernia mi ha risposto. “No di Cerro al Volturno…”.  Ma come di Cerro al Volturno? Cerro al Volturno è il mio paese…così ci mancava poco che ci riscoprivamo parenti. Piccolo il mondo.