Solo chi va in mountain bike sa qual è il rumore delle ruote grasse. E’ un rumore intenso che si fa via via più sordo quando si comincia a spingere sui pedali e la velocità sale. Non un sibilo. Più simile al suono di un utensile in un’officina perchè la mountain bike non è una bici da signori. E’ più roba da operai delle due ruote, nulla a che vedere con gli aristocratici della strada sempre tirati e puliti. E solo chi va in mountain bike sa quanto quelli che pedalano sulle bici da corsa non li vedono di buon occhio. Quanto ci tengano  a non tenerseli in scia. Quanto ci provino, in tutte l maniere, a scrollarseli di dosso.  Ma torniamo al rumor delle ruote. Che non è sempre uguale. Dal suono sordo dell’asfalto a quello più secco dello sterrato che sembra di essere al telefono quando la linea è disturbata, a quello infernale delle pietraie quando si pedala sul fianco di qualche fiume. E poi c’è l’acqua, come oggi. Un rumore costante che non cambia. Asfalto, sterrato o sponda del Ticino il suono è sempre lo stesso: secco, sottile, più sinistro quando devi curvare secco o più aperto quando prendi una pozzanghera in pieno. Ma la cosa strepitosa è che pedalando in mezzo ai boschi del parco Sud si sente solo quello: il rumore delle ruote della tua bici. E a trenta chilometri dal frastuono milanese sembra davvero una magia.