Domani  a Kona, nelle isole Hawaii,  si nuota, si pedala e si corre  l’ Ironman World Championship (.http://kona.ironman.com/).Per chi  non è appasionato di triathlon e dintorni va spiegato che questa è la gara più importante della stagione, il campionato del mondo sulla distanza dell’Ironman. Massacrante è dir poco: 3 chilometri e 800 metri di nuoto in mare, 180 chilometri in bicicletta e alla fine una maratona, 42 chilometri e 195 metri di corsa. Una sfida che nasce  più di trent’anni fa da una scommessa tra le truppe dei Marines che è poi diventata una delle specialità più affascinanti dello sport moderno. Ovviamente non per tutti e ci vuol poco a capirlo. In questi giorni  Kona  è  il centro del mondo per gli “uomini d’acciaio”. Ognuno con il suo sogno, la sua speranza, il suo obbiettivo. Ognuno a chiedersi se la forma è quella giusta, se  basta ciò che ha fatto, se ha fatto tutto bene, se andrà tutto liscio, se non sarà troppo caldo o troppo umido. E tra loro i favoriti, uomini d’acciaio un po’ più degli altri capaci di mettere fine alla loro fatica in poco più di otto ore. Pazzesco. L’australiano Alexander Craig, il vincitore dell’anno scorso con il record della gara di 8h03’56, il suo connazionale Pete Jacobs e il tedesco Andreas Raelert. Ma anche Chris McCormack, già due volte iridato qui a Kona.  E da tenere d’occhio c’è anche il nostro Daniel Fontana, l’argentino naturalizzato, ormai da anni azzurro che più azzurro non si può. Non parte favorito ma può dire la sua come l’ha già detta nel triathlon  in due olimpiadi o nel mezzo Ironman dove è vice campione mondiale. L’anno scorso  qui a Kona si piazzò dodicesimo, quest’anno spera di fare un passo in più. “Per arrivare nei primi dieci devo fare la gara della vita…” dice. Ma anche gli Ironman incrociano le dita… 

 

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