Quella di Atene è la madre di tutte le maratone. Certo tutto è cambiato, ma il percorso originale di Filippide  più o meno resta lo stesso. E anche se non lo è, per un maratoneta Atene è una di quelle  maratone da fare almeno una volta nella vita. Correre qui è come per un ciclista scalare il Tourmalet o il Gavia, per calciatore giocare a Wembley, per un tennista calcare l’erba di Wimbledon. E per noi italiani ancora di più dopo il trionfo di Stefano Baldini  oro olimpico nel 2004. Chi non se la ricorda quella gara,  gli ultimi chilometri finali, l’ingresso al Panatinaikò.  Storia e leggenda che ogni anno trovano nuovi protagonisti. E ieri è toccato ai keniani che hanno dominato nella  gara maschile con la vittoria di Raymond Kimutai Bett con il tempo di 2h11’35”, davanti ai connazionali Paul Kibet Kosgei e Alex Sumko Kirui. Per Bett è la seconda vittoria ad Atene. Da segnalare che ben sei kenyani hanno chiuso ai primi sei posti. Il kenyano ha stabilito anche il primato della corsa. Il miglior tempo in assoluto, in realtà, rimane quello dell’azzurro Stefano Baldini nella gara iolimpica in 2h10’55”. Nella gara femminile trionfo di Consalater Chemtai Yadaa in 2h40′, secondo posto per l’ucraina Svitlana Stanko e terzo per l’altra kenyana Viola Chelangat Kimeno.

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