11037767_10153079949641211_5714900577228729134_nNon è mai l’ultima. Quasi mai. I maratoneti sono come pescatori e cacciatori, raccontano un sacco di bugie. Soprattutto a se stessi. E così quando arrivano al traguardo di una maratona giurano e spergiurano sempre che sarà l’ultima. Ma sanno che non è così, che quello è solo l’alibi da vendere alla propria coscienza per sopportare il tormento degli ultimi chilometri. Poi passa e si ricomincia. E ci si ricasca. E ci ricasca anche Massimiliano Boni, 44anni romano, di professione consigliere della Corte Costituzionale, maratoneta per sfida e scrittore per passione. Per lui la maratona corsa lo scorso anno a Roma doveva esser l’ultima. Doveva…Invece domani  sarà di nuovo al via. Quarantadue chilometri e 195 metri  che si possono misurare però anche nelle 170 pagine di <Solo per un giorno> la sua ultiuma fatica letteraria pubblicata  da Edizioni ’66thand2nd’. Correre e scrivere, fatica doppia o stessa fatica. Comunque fatica che si aggiunge a fatica perchè <correre è come scrivere, è dissodare un terreno ingrato per renderlo fertile> giorno dopo giorno, per paura di perderne il piacere o forse l’abitudine. Fatica  che diventa il diario di un anno dove la tua vita (la sua vita) soprendentemente inizia a ruotare intorno a quei 42 chilometri. I pensieri, i gesti, le piccole abitudini, la giornata che finisce e ricomincia con quel pensioro fisso. E’ il chiodo di molti. Le sveglie all’alba, le periferie di Roma che cambiano faccia,  il freddo, la pioggia la musica che fa da colonna sonora al racconto che diventa l’anestetico perfetto che ti permette di macinare centinaia di chilometri, sempre pensando a quanto resisterà il corpo ma soprattutto la mente.  Sempre cercando le sensazioni migliori che ti possano dare il tuo cuore, le tue gambe e la tua testa. Sempre cercando la frase perfetta perchè corsa scrittura si intrecciano, perchè è correndo che si mettono a posto i pensieri, che il puzzle confuso che hai nella testa ritrova la forma.  E non è mai solo Boni in questa corsa continua. Gli fanno compagnia la moglie, i figli, il vicino di casa ma anche Murakami Haruki, le nonne Emilia e Pierina, la casa di famiglia in pietra a Cupramontana sulle dolci colline marchigiane, Cormac McCarthy, i libri letti e quelli che verrannoti le riflessioni sul Talmud, Richard Ford.  <Solo per un giorno> è un lungo viaggio verso Roma, verso la maratona che racconta la vita che irrompe nell’impegno quotidiano, i momenti felici e quelli tristi, la consapevolezza  di una gara che non è mai contro qualcuno, che non ha avversari con una maglia diversa.  La sfida è tutta sua, tutta nostra perchè Boni non è un principiante ma non è un campione: è una di quelle tante figure smilze e colorate che ad ogni ora corrono nei parchi e sulle strade. E la fatica, la capacità di sopportare il dolore fisico, il corpo che si ribella prima di adeguarsi a un ritmo che, alla fine, è quello universale, il traguardo che si avvicina e lascia sempre qualche domanda in sospeso. La corsa non finisce mai.  È una preparazione lunga, metodica, e l’obiettivo è uno solo, migliorare il proprio tempo in gara per imparare ancora una volta una grande lezione: non esiste redenzione senza fatica. <Perchè in un mondo che urla e divora spazio e tempo senza fermarsi mai ci siamo noi corridori, piccoli eremiti della vita quotidiana…Siamo all’apparenza umili, ma forse anche orgogliosi, addirittura un po’ presuntuosi. Non ci arrendiamo alle leggi della natura, anzi le sfidiamo. Non ci adeguiamo alle regole del vivere comune e scegliamo altre direzioni…>