fabio-pagliara-300x248Dal primo giugno il Comitato Nazionale della Fidal, nel corso del Consiglio Federale ha stabilito  lo stop alle gare Fidal per chi è affiliato con un EPS, un ente di promozione sportiva. A partire dalla scadenza di tutte le convenzioni con gli Enti di promozione sportiva, prevista per il 1° giugno 2016, per partecipare a gare sotto l’egida della Federazione bisognerà essere obbligatoriamente tesserati  tramite società affiliata o tramite runcard. Non ci sarà quindi il rinnovo della convenzione tra Fidal e EPS che in verità dubbi e incomprensioni ne aveva creati.  Dal Primo giugno 2017  inoltre non potranno più essere organizzate gare provinciali e regionali sulla distanza dei 10 km, della mezza maratona e della maratona ma dovranno essere inserite solo nel calendario nazionale. Una piccola rivoluzione. Un pasaggio obbligatorio secondo la Federazione del piano di riordino del pianeta corsa iniziato un paio di ani fa  che però ha suscitato non poche polemiche. E così a spiegare quale sia la strada che la Federazione ha scelto di percorrere per mettere un po’ di ordine in un mondo ” dove ci sono sei miloni di persone che corrono inconsapevolmente di cui solo il 10 per cento però fa atletica” è il segretario generale Fabio Pagliara, 52 anni catanese, ex pallavolista, ex segretario della Federazione di Hockey,  tra i curatori del progetto “Sport modello di vita” con cui il Coni intende promuovere la pratica sportiva nel mnostro Paese e, come dice con un pizzico d’orgoglio “…discreto tapascione….”.

Ma lo sa che sono proprio i tapascioni come lei ad essere i più infuriati con questa decisione della Fidal?
“E sbagliano… Perche la strada che abbiamo preso va proprio nelle direzione contraria cioè vuole  favorire la corsa. Vuole mettere un po’ di ordine in un settore che negli ultimi anni è diventato sempre più confuso. E vuole andare incontro soprattutto agli amatori, anche perchè su 200mila tesserati il 50 per cento viene proprio dalle corse amatoriali quindi sarebbe una follia se noi non cercassimo di favorirli..”
E come si procede?
“Con una distinzione fondamentale. Laddove ci sono gare agonistiche devono far capo alla Fidal, dove invece ci sono manifestazioni di altro tipo faranno capo agli Enti di promozione sportiva. Abbiamo due funzioni differenti: noi ci occupiamo delle corse agonistiche e come obbiettivo abbiamo anche quello di portare gli atleti alle olimpiadi. Gli Enti di promozione fanno un altro tipo di gare, più ludiche , dove non c’è classifica…”
Che come la Deejay Ten fanno 25 mila iscritti…
“E noi siamo contentissimi che succeda. Perchè sono una promozione incredibile per il nostro movimento, così come lo sono tante altre gare come la Color Run e si potrebbe continuare. Corse così hanno tutto il nostro sostegno anche perchè noi speriamo che possano essere un serbatoio per il nostro movimento, anche agonistico”
Ma non le sembra che con tessere, iscrizioni, run card e altro correre stia diventando sempre più complicato?
“Posso dirle che è esattamente il contrario. La risposta è no. Anni fa per correre una gara Fidal si doveva essere iscritti  una società. Oggi con la Runcard lo può fare chiunque. Basta andare sul sito, iscriversi e il giorno dopo si può partecipare ad una gara dlla federazione.  Senza contare tutta un’altra serie di servizi che vengono poi offerti ai possessori della card”
Però costa 30 euro?
“Vero. Ma tenga presente che su 30 euro ben 16 vengono usate per promuovere lo sport ta i giovani, nelle scuole per la formazione dei professori, per iniziative legare alle charity. Lo scorso anno in questa direzione  son state ridistribuite per 15 mila card più di 150 mila euro. Sono serviti anche per  il nostro progetto parchi che ci ha permesso di attrezzare per la corsa diverse aree verdi delle città”
Ma a creare malumore c’è anche la questione dei certificati. Costa, ciclismo, triathlon ogni federazione vuole un certificato per sé. Ma le visite alla fine sono le stesse…
“Sì è vero questo è sbagliato. La critica è corretta e capisco il malumore degli amatori ma le norme stabiliscono questo e la questione la stiamo discutendo e  andrebbe risolta in via parlamentare. Stiamo pensando anche di trovare un accordo tra le Federazioni per poter ovviare a questo problema”
E comunque dal primo giugno 2017  mezze maratone e maratone dovranno necessariamente essere inserite nel calendario nazionale. Ciò cosa significa?
“Significa che anche qui  va fatto un po’ di ordine. Nel nostro Paese ogni anno ci sono più 3600 eventi distribuiti tra sabato e domenica senza contare luglio e agosto. Troppi. Non si capisce più nulla. E il risultato è che c’è una sovrapposizione di appuntamenti che non fa bene a nessuno. Così facendo abbiamo dato tempo a tutti gli organizzatori di adeguarsi e speriamo di portare ad un’organizzazione degli eventi migliore dove il calendario e il ranking saranno unici per tutti…
Resta da risolvere il problema dei certificati medici per gli atleti stranieri…
“E’ un problema enorme che crea disagi enormi agli organizzatori e che ci si pone perché abbiamo una normativa in questo senso assolutamente non adeguata. Le faccio un esempio. Da noi un atleta tedesco non può correre se non ha un certificato medico italiano. Che è una complicazione mostruosa,  anche se forzando un po’ la norma stiamo cercando di accettare certificati medici stranieri che abbiano le stesse caratteristiche dei nostri. La prossima battaglia che dobbiamo fare è proprio questa, cercare di semplificare questa procedura almeno per gli atleti comunitari”
Poi ci sono i controlli antidoping che non è una piaga solo dei professionisti…
“Certo, è una priorità e anche per questo vogliamo che la distinzione tra gare Fidal e le altre sia netta. Per gli Enti di promozione sportiva i controlli antidoping non sono obbligatori. Per le nostre sì e noi ce ne facciamo carico…”