chia2martichia3Lo sanno tutti, non c’è  mare come quello di Sardegna. Infatti non c’è. Dalle Dune di Piscinas a quelle di spiaggia Campana è uno spettacolo che ti lascia senza fiato. Non c’è mare come quello di Sardegna e se ne sono accorti stamattina gli oltre trecento triatleti al via della seconda edizione del Chia laguna Half triathlon. Mare moderatamente mosso con moto ondoso in aumento, come dicono i meteorologi della radio quando leggono il bollettino nautico. Ma non solo mosso. Si aspettava il Grecale e invece tirava Scirocco che per chi non è esperto di venti cambia parecchie cose. La prima e più importante è che a nuotare si fa una fatica doppia, perchè per uno strano gioco di onde e di correnti,  anzichè spingere chi nuota verso la riva lo riporta al largo. Ed è un po’ come nuotare in quei vasconi di allenamento con la corrente contraria dove ci si sbraccia all’inifinito ma in relata non i si muove di un metro. Detto ciò è stata dura per tutti, un half che vale doppio per la dose di fatica e per l’impegno. Per chi arrivato davanti e per chi ha corso in retrovia. Tra gli uomini a tagliare il traguardo davanti alll’ingresso del resort di Chia Laguna è stato lo sloveno Matic Modic che si è messo dietro i nostri Massimo Cigana e  Alberto Alessandroni. Tra le donne  prima invece Martina Dogana davanti a Federica De Nicola e a Elisabetta Curridori. Ma c’era un mondo dietro. Un mondo che ha gettato il cuore oltre l’ostacolo nella frazione di nuoto e poi si è lustrato gli occhi nella frazione ciclistica da Chia a Porto Pino e ritorno. Uno spettacolo indimenticabile con una costa che chi ha avuto il tempo di “sbirciare” regala paesaggi, spiagge e calette che sembrano cartoline. E se il Paradiso esiste potrebbe essere da queste parti. Però percorso tecnico e duro. I ciclisti dicono “mangia e bevi” in realtà più che banchettare si deve pensare costantemente a spingere sui pedali e a tenere la velocità alta per non restare intrappolati nei continui saliscendi che se non si passano via in velocità diventano salite. Che comunque c’erano. E dopo ottantacinque chilometri così qualcuno ha pagato il conto. Così come lo ha pagato Migidio Bourifa con una penalità di cinque minuti per una scia e Claudio Chiappucci che dopo il primo giro di nuoto non aveva nessuna intenzione di continuare.  E invece sono andati avanti tutti e due fino alla fine tra applausi e “cinque” battuti da pubblico e atleti. Sono andati avanti sul “bastone”  di cinque chilometri tra baia e  il resort di Chia seguiti come ombre dagli operatori di Bike Channel che hanno documentato ogni istante, ogni loro paura, crisi e sorrisi. Bravi. Non era semplice cominciare l’avventura nel triathlon proprio da qui. Bravi anche se poi li vedi correre e pedalare e capisci che hanno storia e classe alle spalle che non si dimenticano. Capisci che chi è arrivato secondo in un Tour e chi ha vinto per cinque volte il titolo tricolore di maratona,  il verbo “mollare” non è abituato a coniugarlo tanto spesso. Il resto sono le storie del popolo del triathlon che oggi nel Sud dell’Isola parlavano spesso straniero ma anche veneto, bresciano, milanese.  <Chia è il posto perfetto per fare sport e vacanza- spiegava nei giorni scorsi l’organizzatore Daniele Demartis- E’ un luogo dove il traitlon trova il suo habitat naturale e i triatleti hanno un sensibilità diversa nell’apprezzare posti così selvaggi. Basta andare venti chilometri nell’entroterra per scoprire paesaggi naturali ancora intatti”.  Tutto vero.  La prossima volta bisogna solo raccomandarsi a qualcuno perchè tenga a bada il vento. Ma credo servano conoscenze importanti…

LA CLASSIFICA
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