Veder correre e sudare i ragazzi è sempre un’emozione. Che sia l’atletica, il calcio o il nuoto capisci osservando la facilità e le fluidità che hanno nei gesti che lo sport è roba loro. Gli altri (noi) fanno bene a farlo ma dopo una certa età fanno un’altra cosa. Ed è giusto che sia così. Però i ragazzi  sono spettacolari. Oggi era il triathlon di Lecco ad esaltare la loro fatica amplificata da un caldo fenomenale. Il nuoto, la bici e la corsa tutto in frullatore che dai cuccioli agli youth si declina in tanti modi. Ci sono ragazzi che a 15 anni sono atleti fatti, potenti, veloci imprendibili. Ce ne sono altri che devono ancora crescere ed altri ancora che  arrancano perchè meno dotati ma non mollano un centimetro E” la sintesi delle foto che si fanno a scuola. A 13 a 14 ma anche a 15 nelle stessa classe ci sono quelli altissimi, quelli piccolissimi, quelli più magri e quelli più grassi tutti insieme in un mondo che esalta le diversità in attesa di farsi grande. Per non parlare delle ragazze che sono un mondo a parte, avanti anni luce. Ciò detto i ragazzi per fare sport fanno sacrifici enormi. Guardi un triathlon come quello di oggi, li vedi andare a nuoto come siluri, volare in bici e correre a ritmi assurdi e ti rendi conto che se non ti alleni come va fatto a quei livelli non ci arrivi. Non basta esser giovani…Così è lo sport. Sveglie all’alba per nuotare, un panino in autobus finite le lezioni per non saltare l’allenamento del pomeriggio, la versione di latino o l’interrogazione di antologia preparata la sera dopocena finita la corsa. Cotti. Cotti e incasinati. Che a 15 anni è anche un bene perchè la noia è spesso un’autostrada per ficcarsi nei guai. Cotti e organizzati perchè, piaccia o no, quando si hanno tante cose da fare prima o poi si capisce che conviene farle con una logica, altrimenti non se ne viene a capo. Però c’è un però.  E quel però è la scuola che, almeno nel nostro Paese,  lo sport lo considera un’attività e una materia minore, un gioco, un passatempo a cui andrebbero dedicate le ore che avanzano fondamentalmente per distrarsi. E allora organizzare la giornata con compiti ed interrogazioni, verifiche e ripetizioni diventa un’impresa. Complicata quando si va alle medie, titanica al liceo quando si devono fare i conti con fisica, greco e latino. Chi fa sport in genere paga dazio. Perchè  non lo fanno tutti e a volte quando i prof  aprono i registri la differenza si vede. In altri Paesi, in altre scuole, c’è un giorno della settimana in cui le lezioni vengono sospese perchè si fa sport. In altri Paesi e  in altre scuole lo sport è materia d’esame seria e chi non sa correre, saltare, nuotare o andare a canestro rischia l’anno. Anche se recita a memoria le satire di Giovenale. In altri Paesi e in altre scuole per una gara nazionale, un campionato o una selezione l’assenza è giustificata. Da noi non se ne parla. Ed è un peccato che sia così.  Ogni nuovo ministro dell’Istruzione appena si insedia prova a riformare la scuola e negli ultimi trent’anni a colpi di leggi e decreti c’e stata una vera e propria rivoluzione. Tutto e il contrario di tutto. Ma noi lo sport continuiamo a chiamarlo “educazione fisica” o “motoria”. Che poi vai vedere una gara una gara di triathlon dove corrono i ragazzi e capisci che davvero non significa niente….