L’ultimo a far parlare di sè, vincendo a 35 anni l’Australian open è stato Roger Federer. Ma da Francesco Totti a Gigi Buffon, da Valentino Rossi a Serena Williams lei pure vincente in Australia sono sempre di più gli atleti che durano nel tempo. E’ sempre stato così basti pensare a due miti azzurri come Dino Zoff o al campione di slittino Armin Zoeggeler per rendersi conto che spesso la vittoria non ha età. Ma negli ultimi anni di più. Certo servono classe , testa e grandi motivazioni e non è una «miscela» che tutti hanno nel dna. Ma è una dato che la vita sportiva e agonistica di molti atleti si stia allungando con imprese ed exploit sempre meno isolati anche perchè è cambiato il modo di allenarsi, di alimentarsi, di curarsi, di recuperare dopo un infortunio. «Sì è così sono cambiate le tecniche di allenamento ma soprattutto la ricerca scientifica ha fatto passi da gigante per quanto riguarda l’alimentazione e le fasi di recupero- spiega Fabio Vedana, preparatore atletico già responsabile della nazionale elite azzurra di triathlon e di quella olimpica svizzera- Un atleta dà il meglio di sè quando raggiunge la maturità ma negli anni passati non sempre quel momento coincideva con un’integrita fisica in grado di sostenerla». In qualche lustro è cambiato tutto. «Sono cambiati soprattutto gli allenamenti- spiega Vedana- C’è una personalizzazione estrema dei dei lavori, si diversificano i carichi allenanti e si fanno preparazioni che hanno intensità più basse e più mirate alla qualità. Ciò permette ad una atleta di vivere agonisticamente più a lungo…» Così Roger Federer si può permettere di vince a 35anni una prova delo Slam quando, vent’anni fa, Borg o Mc Enroe alla stessa età venivano più o meno già considerati degli ex. «Questo discorso si può fare per tutti gli sport e anche per gli arbitri- spiega Vedana- anche se è ovvio che vale maggiormente per gli sport di resistenza. Negli sport di contatto come il calcio l’incognita è ovviamente legata agli infortuni». Quando passano gli anni uno dei problemi più grossi è il recupero dagli incidenti: «Una volta era sicuramente così, oggi meno- conclude- Con le nuove tecniche terapeutiche si sa come curare le lesioni e come tornare efficienti». Ma un segreto c’è: «É l’intelligenza. Chi dura nel tempo è sempre un atleta intelligente. E ciò significa conoscersi, sapere ciò che si deve fare per star bene, sapersi allenare e arrivare sempre al top ad un appuntamento importante…». E non è poco.

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