La bici è emozione, macchè mamil…
Non lo sapevo ma sono un Mamil. O almeno dovrei. L’ho scoperto pochi giorni fa leggendo un articolo del Dailymail che girava in rete. Ma dei “middle age man in lycra“, gli uomini di mezza età con le magliette in Lycra, ne ha parlato anche la Bbc e chissà quanti altri ancora. Amen. Che male c’è ad amare la bicicletta, a mettersi in body anche se si è abbondantemente sopra i 50? Ma i mamil sono qualcosa in più. Sono allenati, tirati e forse un po’ fissati e per una bicicletta si venderebbero l’anima. E un po’ se la vendono. Ma mica per una bici qualunque, raccontano i colleghi inglesi. Sono pronti a spendere sei, settemila euro per un telaio in carbonio o in titanio, per ruote a profilo alto, per selle profilate , per freni ora anche a disco, navigatori, computerini, misuratori di potenza e via così. Spendono per vestirsi, per iscriversi alle gare, per viaggiare, per seguire diete, tabelle di allenamento personalizzate. Spendono e spandono per tutto. Ma perchè spendono? Perchè (in estrema sintesi) non vogliono invecchiare. Sono i sempre giovani che non si arrendono, che pedalano come se non ci fosse un domani non tanto per tenersi in forma ma per gratificarsi, per foraggiare la propria autostima e per non spegnersi. Per sopravvivere insomma. Perchè comprarsi una moto o una cabriolet è troppo banale, trovarsi un’amante troppo complicato e perchè la crisi di mezza età forse non ti spezza le gambe ma l’anima sì e allora, come tante donne ( ma anche uomini ci mancherebbe…) sull’orlo di una crisi di nervi ci si dà allo shopping compulsivo che è poi la “spintarella gentile” ai consumi studio e teoria del fresco Nobel Richard Tahler. Così anche io, noi, tutti i mamil, abbiamo contribuito a far ripartire un’economia in ginocchio, abbiamo rimesso in moto il motore di un Paese che zoppicava ed è un piccolo motivo d’orgoglio. Ma finisce qui. Il resto è la solita manfrina, forse il solito luogo comune, che si portano dietro molte banalizzazioni del marketing. Teorie. Non siamo tutti uguali ( per fortuna). Ci sono mamil e mamil e ognuno è mamil a modo suo. Con il suo conto in banca, con la sua cultura, col suo modo di pedalare, con la sua bici più o meno “fica” con il suo modo di vedere la vita. Ma soprattutto con la sua passione, perchè è la passione che muove tutto, che fa la differenza, che dà senso a ciò che uno fa. Si vede quando qualcuno fa le cose con passione: sono diverse, vere, vengono bene, facili, quasi fossero poesia. E questa gli esperti del marketing è una sfumatura che non colgono. Per loro io, noi, tanti come noi, siamo tutti mamil: ma che ne sanno…