91782818_108175007516925_7559675257422872576_nMa figurati se non c’è il Giro? E infatti c’è. Parte da Budapest sale sull’Etna,  sul Colle dell’Agnello e sull’Isoard  e poi arriva a Milano con una crono di 16 chilometri  volata via da  Cernusco . Tutto come previsto, come dev’essere. Sarà un grande Giro perchè una primavera “Senzagiro” non si poteva neppure immaginare e forse sarà  il più bello di sempre tra fughe, distacchi, volate, pianti e sorrisi, cotte e grandi imprese. Un Giro di fatiche  con al via tutti i migliori  da Nibali a Froome,  da Sagan  a Carapaz  a Dumoulin a Evenepoel che  si daranno battaglia tappa dopo tappa attraverso le storie  di scrittori e di illustratori che ogni giorno racconteranno il Giro che non c’è ma che invece ci sarà. Un  omaggio a una tradizione  che metterà insieme emozioni e sguardi differenti, paesaggi, ricordi,  storia e storie che si intrecciano da più  di un secolo lungo le strade e la primavera.  Non si sa chi vincerà e chi perderà. Accadrà tutto giorno per giorno, come in una corsa vera.  Come se tutto fosse normale,  come se non si fosse mai smesso di pedalare e  come come  se il virus fosse solo un brutto incubo.  Un  gioco, che proverà  a lenire la malinconia di tanti appassionati, contribuirà con una raccolta fondi destinata a chi si sta impegnando nella lotta contro l’ emergenza. Una lunga volata che  nel 1909 cominciò da un’idea del giornalista della Gazzetta Tullio Morgagni con una prima edizione organizzata in fretta e furia per battere sul tempo Il Corriere della Sera e che continua nonostante tutto. Quel 13 maggio 127 ciclisti si presentarono alle 2.53 in una Milano illuminata a festa  per affrontare un percorso che li avrebbe fatti pedalare per 2mila e 447 chilometri  passando per Bologna, Chieti, Napoli, Roma, Firenze, Genova e Torino.  Il 9 maggio più o meno faranno la stessa cosa: ma figurati se non c’è il Giro?