44957024_10217559769295031_3761382875795030016_oE’ il momento della responsabilità, non c’è dubbio. Si può cominciare dopo mesi di quarantena a mettere il naso fuori di casa, si può cominciare a correre ed anche ad andare in bici rispettando le regole.  Mascherine in tasca, guanti pure,  da soli, a distanza…Insomma si sa. Che sia il momento della responsabilità lo hanno ripetuto un po’ tutti: presidente del consiglio, ministri, governatori, presidenti di Federazioni. Tutti a dire che il buon esito della cosiddetta “Fase due” dipenderà da come gli italiani si comporteranno: “Ora tocca a voi…”. Che è vero ma solo in parte.  Tanto per cominciare il momento della responsabilità dovrebbe essere sempre perchè essenzialmente significa rispettare le regole. Quindi è’ responsabile anche non buttare i flaconcini di gel per strada quando ci si allena, non bruciare i rossi, non andare in bici senza casco…Cambiano le situazioni, ci sono nuove emergenze ma il principio resta lo stesso e generalmente chi è abituato a rispettare le regole lo fa, gli altri meno. Ma il punto è un altro. Per rispettare le regole bisogna che le regole ci siano e  siano chiare. E in questi mesi di emergenza tra autocertificazioni, decreti del presidente del consiglio che si sono sovrapposti ad ordinanze di governatori e disposizioni di sindaci, il caos non è mancato al punto che ancora ora da Reggio Calabria a Venezia la fase due non è uguale per tutti. Quindi se è il momento della responsabilità per chi torna “semilibero” lo è ancor più per chi deve fissare le disposizioni del consentito e del vietato, spazzando via dubbi ed incertezze. Altrimenti quel “Ora tocca a voi…” suona un po’ come lo scarico di responsabilità di chi, se le cose dovessero andar male e i contagi riprendere a salire, non vuole essere messo in mezzo…