Si torna a pedalare per fortuna e a Milano le alzaie dei Navigli, che sono vie ciclopedonali che permettono a chi non va in auto di entrare e uscire dalla città in assoluta sicurezza, sono chiuse. Chiuse per evitare assembramenti, per evitare che vengano a contatto ravvicinato ciclisti, runner, gente che passeggia, bimbi e via elencando.  Quindi non si passa e a ricordarlo sono state messe di traverso sulla via transenne con tanto di cartello che ammonisce a non oltrepassarle. Si può discutere sul fatto che tale chiusura sia opportuna, illogica e ingiusta.  Probabilmente lo è anzi, per chi va in bici, sicuramente lo è. Ma finisce lì. Liberi di esprimere il prorpio dissenso, la propria indignazione e la prorpia rabbia ma di fronte a cartelli e transenne si dovrebbero girare bici e tacchi e tornare indietro. Così funziona in un Paese democratico, dove le regole si possono discutere all’infinito ma poi si devono rispettare. Perchè è il rispetto delle regole che rende liberi. E invece oggi sulle alzaie, nonostante non si potesse, erano in tanti a pedalare alla faccia di chi ( altrettanti, forse di più) diligentemente hanno scelto di percorrere statali e provinciali. Più fessi? Probabilmente sì ma non è detto. Siamo un popolo troppo spesso  sprovvisto di senso civico, è un cromosoma che ci manca, che facciamo fatica a metabolizzare. Siamo un Paese dove la libertà è un’ipotesi del tutto personale,  dove non ci sono regole oggettive perchè ognuno ha la sua di regola e la plasma a suo uso e consumo. Siamo un Paese tutto chiacchiere e distintivo che fa in fretta a dare sempre la colpa di tutto ciò che non va alla politica. Ma spesso è solo un alibi…