Premessa: l’Uci , l’unione ciclistica internazionale, avrebbe questioni più importanti da trattare e da normare che non i lanci di borracce fuori dalle zone consentite.  A cominciare dalla sicurezza nelle corse dei professionisti ma soprattutto in tutte le altre gare che ogni domenica ( quando non c’era l’emergenza Covid) si svolgono i giro per il mondo. Avrebbe ora da trattare e da normare tutte le competizioni applicando i protocolli di sicurezza per il virus che non è cosa da poco, stabilendo regole, distanze, sanzioni. Insomma di cose serie di cui occuparsi ce ne sono. Però dal primo aprile oltre al lancio delle borracce fuori dalle zone consentite è vietato anche  sedersi sul tubo del telaio e utilizzare gli avambracci sul manubrio, tranne che nelle gare a cronometro. Se un corridore  si mette in una  di queste due posizioni nelle gare del World Tour, ai Mondiali o ai Giochi sarà passibile di una multa di 1.000 franchi svizzeri, una perdita di 25 punti nella classifica UCI o addirittura l’esclusione dalla competizione o squalifica. Strana voglia questa di vietare posizioni che fanno parte dell’abilità di andare in bici che poi sono il succo dell sfida tra i professionisti, dove vince il più forte ma anche quello che meglio sa andare in bici. E sarebbe un po’ come mettere i limiti di velocità in Formula Uno, ovviamente per questioni di sicurezza…Però, tornando alle borracce, oltre al fastidioso zelo dei burocrati del ciclismo nel dibattito di questi giorni sembra eccessiva anche la retorica di chi si straccia le vesti per il divieto di lanciare le borracce. Si tira in ballo la storia, l’epica, il senso profondo di un oggetto che da quando Bartali la passò a Coppi o viceversa ha scritto la storia del ciclismo. Ed è vero. Vero è però che le borracce lanciate dove capita oltre a non essere un bel gesto sono anche un pericolo e basta chiedere a Geraint Thomas per avere conferma. E poi c’è anche un’ altra questione. I professionisti sono un caso a sè perchè dietro al gruppo c’è chi raccoglie borracce e cartacce ma sono anche un esempio. Se lo fanno loro…Se lo fanno loro sono autorizzati a farlo anche tanti altri idioti che riempiono strade e ciclabili di porcherie, di carte, di tetrapack e confezioni di gel miracolosi. E bene ha fatto qualche anno fa Mikil Costa, nella sua Maratona delle Dolomiti ad inserire la squalifica per chi sgarra. Che poi anche ai professionisti cosa costa buttare la borraccia dove si può, oppure passarla in ammiraglia o al gregario di turno, oppure se proprio il peso dell’acqua è insostenibile svuotarla a qualche chilometro dal traguardo?. Cosa sarà mai? Di cos’hanno paura, di non entrare nella storia? Per quello non basta alleggerirsi di una borraccia, servono gambe e classe…