Il Tour sono due cadute a sessanta all’ora perchè “mademoiselle” a bordo strada si mette in favore di telecamere e col suo cartonato abbatte praticamente tutto il gruppo e perchè a cinque chilometri dall’arrivo le bici s’incastrano, impazziscono e succede il finimondo. Il Tour è un’altra cosa e forse un altro ciclismo. E’ un fuoco d’artificio che, pronti via, regala un finale sontuoso con una “cote”  di una durezza assurda  che sbriciola il gruppo e permette a un fuoriclasse assoluto come Julian Alaphilippe di mettersi la maglia gialla sopra a quella di campione del mondo. Il Tour sono campioni che vincono e campioni che alla prima tappa hanno già perso. E’ la malasorte che perseguita Chris Froome , miracolato al via, che finisce nel groviglio finale ed è già a  quindicina di minuti. Adieu!  Il Tour sono Tadej Pogacar e Primoz Roglic già testa a testa, esattamente come l’anno scorso.  E’ l’aria fresca  Brest, già traguardo di una randonneè infinita che arriva da Parigi dopo più di 1200 chilometri,  e di una Bretagna terra di navigatori e di ciclisti tosti come Bernard Hinault,  mito per i francesi e per il ciclismo tutto. Da Brest  a Landerneau, 197 chilometri e prima tappa dell’edizione 108 che dopo  3.414 chilometri, dopo due cronometro, dopo altre venti tappe che attraverseranno nove regioni domenica 18 luglio arriverà come sempre sui Campi Elisi a Parigi. Ma il  Tour è il Tour a prescindere da chi vince, da chi cade e da chi perde . E i francesi se lo tengono da conto, come gli inglesi con Wimbledon. Il Tour è il Tour con i suoi riti con un Paese che per tre settimane si muove con la corsa, vive con la corsa, respira e sussulta con la corsa. Tv e giornali compresi. Da noi non va così. Bisogna rassegnarsi e infatti quest’anno al via di nostri ce ne sono solo nove ma senza ambizioni nè possibilità compreso Vincenzo Nibali che il Tour l’ha vinto ma quest’anno pensa alle Olimpiadi quindi non sa neppure se lo finirà.   Così i francesi hanno costruito il mito della Grand Boucle, terzo evento sportivo al mondo dopo i mondiali di calcio e ele olimpiadi. Un business enorme con un giro di sponsor che supera i 150 milioni e con cifre da capogiro per chi arriva primo a Parigi, per chi vince le tappe o indossa la maglia gialla anche per un sol giorno . Chi vince un Tour de France resta nella storia anche se poi magari lo cancellano.