Lo scorso anno a scandire i tempi di chi faceva sport ( e non solo sport) c’erano la pandemia e il lockdown. «Non avendo potuto praticare scialpinismo e partecipare alle maratone di sci di fondo, mi sono costantemente allenato con gli skiroll sulla pista del nostro Centro Sportivo a Cesate – spiegava Marco  Zaffaroni – un anello di poco più di mezzo chilometro che continuavo a ripetere, nonostante gli sberleffi di amici e conoscenti che mi chiamavano il ‘Criceto“ come fossi stato colto dalla Sindrome del Ballo dell’Orso. Ma avevo bisogno di sfogarmi, nel rispetto delle norme». E così, complice anche il congelamento delle attività di raccolta fondi della sua Onlus Bistari Bistari era nata l’idea di Criceto Day: percorrere 100 chilometri sugli skiroll in pista, 147 giri sull’anello del Centro Sportivo di Cesate, a nord di Milano, che servirono per raccogliere fondi a sostegno dell’ospedale «Kalika Family Health Hospital». Marco Zaffaroni, alpinista di lungo corso, racconta così la nascita del progetto che ha portato al presidio sanitario di Kalika, nel basso Dolpo una delle zone più povere del Nepal. Inaugurato nel 2009 l’ospedale, non ancora terminato, entrò in funzione solo un anno dopo con un medico, un medico di laboratorio, due infermiere e un inserviente. Nel 2012 Mario Merelli, che con Zaffaroni aveva dato vita all’idea,  scompare ma l’ospedale va avanti sostenuto dalla Onlus Bistari Bistari che raccoglie il testimone. Così si continua. E domani, visto che il lockdown per fortuna non c’è più, lo “Zaffa” come lo chiamano gli amici, riparte. La sfida è quella dell’Everesting, cioè scalare una salita consiste nello scalare una salita tante volte quante ne servono per arrivare a 8.848 metri, l’altezza dell’Everest. Una bella fatica che Marco Zaffaroni e Simone Musazzi domani non faranno nè in bici nè con le scarpette da trail ma con gli skiroll.  Da Piode all’Alpe Meggiana in Val Sesia spingendo sugli sci a rotelle fino a raggiungere la quota “magica”. ” Lui sicuramente con un piglio più da atleta serio qual’è rispetto al mio che rimane quello del gitante senza pretese- spiega Zaffaroni- . La scopo resta lo stesso condividere con un amico, raccogliere offerte per il nostro ospedale e non darla vinta a chi ogni tanto mi ripete  Ti ta se bun no…E quando mi dicono che non sono capace di fare una cosa mi parte la bestia…Decido io io se non sono capace, adesso ti faccio vedere…”

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