La strada cede il passo alla pista,  al ciclismo che riscopre la sua storia e che i nostri azzurri hanno riportato in prima pagina. Domani a Roubaix nel velodromo coperto Jean-Stablinski, a pochi chilometri in linea d’aria da quello mitico dove, poche settimane fa Sonny Colbrelli ha scritto ( per ora) la pagina più importante della sua carriera,  cominciano i mondiali. Edizione numero 118 che arriva a due mesi dell’olimpiade giapponese dove l’Italia ha dominato. Un’avventura esaltante che ora però carica gli azzurri di parecchie aspettative: ” Sebbene si corra a fine stagione la condizione del gruppo è ancora molto buona- spiega il commissario tecnico azzurro della pista Marco Villa-  Ma è una situazione a cui dobbiamo abituarci perchè questo sarà il calendario dei prossimi 4 anni e del prossimo biennio di qualificazione olimpica; dobbiamo imparare a gestire la stagione per arrivare, anche in futuro, in condizione in questi momenti». La punta di diamante della spedizione resta il quartetto dell’inseguimento con Francesco Lamon, Simone Consonni, Jonathan Milan e Filippo Ganna, i “favolosi quattro” che a Tokyo hanno portato a casa l’oro olimpico e il record del mondo ma “Top Ganna” cercherà il quarto titolo mondiale consecutivo  nella prova individuale. Tra le ragazze, invece, che dal Giappone sono rientrate senza medaglie, a Letizia Paternoster si aggiunge Elisa Balsamo, che da campionessa del mondo su strada sogna di ripetersi in pista. «Nell’inseguimento individuale siamo campioni mondiali ed europei con Filippo Ganna e Jonathan Milan-  continua il ct azzurro-  Avremo tre posti e farò correre anche Manlio Moro, alla sua prima esperienza in un Mondiale Elite».  Torna ad un Mondiale Elia Viviani, che resta uno dei punti di riferimento del gruppo maschile anche nella pista. «Elia è stato campione olimpico nell’Omnium 5 anni fa e bronzo ad agosto a Tokyo sempre nella stessa specialità- spiega Villa-  Con un campione simile non possiamo che puntare al massimo. A lui piacerebbe correre anche l’Eliminazione e lo Scratch. Valuteremo assieme in questi giorni come fare, perché a me piacerebbe iniziare a lavorare sulla Madison, specialità Olimpica. A Parigi 2024 vorrei arrivare con una coppia in grado di puntare alla medaglia di specialità, con atleti rodati, senza doverla preparare solo negli ultimi mesi»