Il Milan campione d’Italia, l’Inter che mette in bacheca la Coppa Italia e la Supercoppa, l’Olimpia che conquista il titolo Tricolore nel basket. C’è di che gioire: Milano capitale dello sport e Milano che torna a vincere. Ma non è tutto oro ciò che riluce: «No, infatti non lo è- spiega il professor Franco Ascani, membro italiano della commissione cultura del Cio- Tutte queste vittorie che sono strameritate e ovviamente portano prestigio alla città rischiano però di farci illudere che per lo sport a Milano non ci siano problemi, che non ci sia nulla da fare perchè se abbiamo vinto così tanto siamo a posto così. Invece da fare c’è moltissimo per le olimpiadi che verranno, per i giovani, per le tante società sportive dilettantistiche che annaspano e che non hanno le certezze dei gruppi militari e per la diffusione di una cultura dello sport che da noi ancora non c’è…». E che invece in prospettiva olimpica bisognerebbe costruire partendo dai ragazzi, dai vivai, dalle scuole. «Le grandi vittorie dei professionisti sono un bel traino ma restano un mondo a sè- spiega Ascani che tra le tante cose è l’organizzatore di quei Trofei di Milano che dal 1964 hanno portato a far sport all’Arena tre milioni e mezzo di studenti milanesi- Lo sport di base è un altro pianeta e in questo momento, nella Milano che guarda ai Giochi, è quasi una galassia sconosciuta che sopravvive a fatica tra le tante difficoltà economiche che la pandemia prima e la crisi Ucraina ora stanno creando. Le piccole società devono fare i conti con costi enormi, senza parlare della gestione e della manutenzione degli impianti. Le piscine poi sono al collasso: riscaldare l’acqua ha ormai prezzi proibitivi e infatti in città molte si apprestano a chiudere. Senza contare che ormai da tempo è chiuso anche il Lido». Ma non è solo un fatto economico. «Assolutamente no- continua Ascani- E rispondo con un paio di esempi. Giorni fa abbiamo organizzato nella sede del Coni una mostra sull’olimpismo: sono venuti atleti, tecnici, appassionati ma dell’organizzazione di Milano Cortina non si è visto nessuno. Ed è tutto dire. E poi l’Arena. Anche qui chiedo a Palazzo Marino e a chi se ne occupa se sia giusto che un impianto sportivo di tale tradizione possa venire utilizzato per un concerto di decine di migliaia di persone senza che nessuno dica nulla? Tenendo conto che, quando è stato dato a noi con i bambini che dovevano gareggiare nei trofei di Milano, ci hanno guardati a vista perchè non entrassero sul prato…». C’è uno sport che vince e uno che perde quindi? «Sì purtroppo è così. Milan, Inter e l’Olimpia sono realtà vincenti ma che hanno poca ricaduta sullo sport di tutti che è invece in sofferenza. E così Milano-Cortina mi sembra davvero lontana»