Miguel Sanchez era argentino tutto di un pezzo di quelli del Nord, di Bella Vista nella provincia di Tucuman dove molti vivono coltivando la canna da zucchero. Miguel era un atleta, ma soprattutto un poeta,  mai stato tenero contro il regime dei militari. Così nella notte tra l’8 e il 9 gennaio del 1978  qualcuno fece irruzione a Villa Espana,  la casa alla periferia di Buenos Aires dove si era trsferito e dove abitava con i suoi fratelli e le sorelle. Trovarono la bandiera biancoceleste attaccata a una parete e gli chiesero conto.  «Perchè sono argentino»  rispose . Così gli bendarono gli occhi, […]