Sui social network come in un carcere (ideale)

Come ebbe a scrivere di lui una volta Franco Cordelli, Tommaso Pincio si crogiola in una “autofinzione di cui non rimane che il dubbio su ciò che sia finzione”.  Cordelli si riferiva alla prima produzione di Pincio, compresa tra M. (Cronopio,1999), Lo spazio sfinito (Minimumfax, 2000) e Un amore dell’altro mondo (Einaudi, 2002). Testi caratterizzati da un uso massiccio dell’autofiction e da quella poetica, non più  minoritaria, che vuole i personaggi realmente esistiti divenire protagonisti di romanzi di finzione pura (Lo spazio sfinito ne è un folgorante esempio, come pure il romanzo successivo dedicato e ispirato al personaggio di Kurt […]

  

Vassalli, Andreas Hofer e un centenario da ricordare

Vado spesso in Alto Adige. Vado lì perché mi piace il posto, mi piacciono le montagne. Vado lì perché si scia bene e si possono fare d’estate delle belle escursioni.  E ci vado da tanti, tantissimi anni. Quindi quando ho aperto il nuovo libro di Sebastiano Vassalli (Il confine – I cento anni del Sudtirolo in Italia, Rizzoli)  ero in cerca soprattutto di notizie, curiosità aneddoti che arricchissero la mia conoscenza dei luoghi. Invece mi trovo di fronte un agilissimo pamphlet per il quale bastano poche ore di lettura. Scritto benissimo, ovviamente. Con tanto pathos, tanto coraggio e soprattutto con […]

  

Il nuovo Wodehouse è nato a Bari

Ci sarebbe bisogno di un nuovo Achille Campanile. Molto bisogno, a dire il vero. La letteratura vive una stagione non proprio di fiacca quanto di crisi esistenziale. Tanto che il modello vincente – in questo momento – pare essere l’autofiction (vedi solo per fare un esempio su tutti l’ultimo vincitore del Premio Strega Francesco Piccolo). In un momento simile bisognerebbe tornare almeno a sorridere (se non a ridere di gusto) attraverso le parole. Quindi avremmo tutti bisogno dell’aiuto di Ennio Flaiano, del già citato Campanile oppure di penne professionali ma non tanto ambiziose (o meglio presuntuose) come Guido da Verona. […]

  

Tradire Calvino? Almeno per un’estate si può

Il fenomeno si ripete. Puntale. Ancor più inflessibile nella sua ripetitività che lo scioglimento del sangue di San Gennaro. Stiamo parlando dell’impennata della vendita dei libri del cosiddetto “canone italiano”. Ogni estate, appena la scuola chiude i battenti, le librerie si popolano di ragazzi svogliati e genitori ansiosi che chiedono ai commessi sempre i soliti titoli. “Ce l’avete Se questo è un uomo di Primo Levi? E la Trilogia degli antenati di Calvino?” A volte arrivano a chiedere anche Il fu Mattia Pascal  di Pirandello o La coscienza di Zeno di Italo Svevo. E le classifiche pubblicate settimanalmente sui quotidiani […]

  

Vivere o scrivere? Così Kureishi risolve il dubbio

“La letteratura era un campo di sterminio; nessuna persona perbene aveva mai preso in mano la penna. Lo scrittore interpretato da Jack Nicholson in Shining costituiva una buona approssimazione della realtà”. A pagina 43 dell’ultimo romanzo di Hanif Kureishi (L’ultima parola, Bompiani) ti imbatti in questa sentenza. Non prima di esserti sorbito i dettagli scabrosi della vita di Ted Hughes, P.G. Wodehouse, John Cheever e Philip Larkin. Buttati lì come esempio di quanto dovrebbe sempre contenere la biografia di un mostro sacro delle Patrie Lettere. Il romanzo di Kureishi racconta d’altronde del difficile rapporto tra uno scrittore (già approdato nell’arbasiniana […]

  

Cinquant’anni dopo Bianciardi, è ancora vita molto agra

“La chiamano nebbia, se la coccolano, te la mostrano, se ne gloriano come di un prodotto locale. E prodotto locale è. Solo non è nebbia […] E’ semmai una fumigazione rabbiosa, una flatulenza di uomini, di motori, di camini, è sudore, è puzzo di piedi, polverone sollevato dal taccheggiare delle segretarie, delle puttane, dei rappresentanti, dei grafici, dei PRM, delle stenodattilo, è fiato di denti guasti, di stomachi ulcerati, di budella intasate, di sfinteri stitici, è fetore di ascelle deodorate, di sorche sfitte, di bischeri disoccupati”. E’ una delle più vivaci descrizioni della città di Milano nel momento del suo […]

  

I nipotini di Gadda? Ingegneri bellicosi

In fondo cosa chiediamo ai libri? Di offrirci una luce inedita sulle cose. E sulla realtà in cui ci troviamo a vivere. E il classico è quel libro che non smette di brillare. Lo si può prendere e agitare in ogni direzione: riuscirà sempre a far luce su lati o angoli fino a quel momento oscuri. Quindi abbiamo sempre bisogno dei classici, perché a differenze delle novità, hanno una luce ben sperimentata. Prodotta da un’energia inesauribile. Il fascio di luce perenne illuminerà sempre e quindi renderà comprensibili tutti quei grovigli, angoli e situazioni che di volta in volta cadono nell’oscurità. […]

  

Disobbedire al conformismo: ecco la ricetta di Parise

Due indizi non fanno una prova (il proverbio dice ne servono almeno tre di coincidenze), però è sicuramente lecito supporre che il momento sia arrivato per parlare di Goffredo Parise. Il primo indizio lo si trova tra le pagine dell’ultimo romanzo  (Il desiderio di essere come tutti, Einaudi) di Francesco Piccolo, che offre un appassionato omaggio all’autore dei Sillabari. E allo stesso tempo – ecco il secondo indizio – Adelphi ripubblica in formato digitale (e quindi a basso costo) Il prete bello, uscito per la prima volta nel 1954 per i tipi di Garzanti. Proprio come Piccolo, anche Parise è […]

  

Una mosca salverà il colle di Leopardi

Scripta manent dicevano i latini. Sì, va bene. Le parole restano. Però le parole non sempre fermano la realtà che vogliono rappresentare. A volte la catturano, ma il tempo le sfibra e le trasforma in un tessuto dalla filigrana larga che fa esondare il senso profondo che volevano conservare. Chiedete a Leopardi per esempio notizie del suo “ermo colle”. Lui, buonanima, vi dirà che è tutto lì nelle parole che ci ha lasciato, in quella poesia (L’infinito) che ancora resiste nei programmi scolastici. Sempre caro gli fu “quell’ermo colle” al poeta, e quella “siepe” che impedisce allo sguardo di cogliere […]

  

Calvino aveva previsto tutto (e si mordeva la lingua)

Non si può rinunciare a Italo Calvino. Proprio no. Ne abbiamo ancora bisogno e soprattutto ne hanno bisogno i nostri ragazzi. A pochi giorni dal suo novantesimo compleanno (chissà che celebrazioni riceverebbe se fosse ancora vivo…) il suo ricordo è ancora vivido nella mente di chi ha letto con passione i libri indicati dai professori ai tempi della scuola e negli occhi riconoscenti di tutti i nostri librai. I suoi romanzi e saggi fanno ancora bella mostra di sé sugli scaffali di tutte le librerie. E le vendite proseguono con ritmo costante (anche se non in quantità da bestseller). Quando, […]

  

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