IMG_3976Tra leggende metropolitane, legittime filosofie e stili di vita e, a volte, anche esiti di studi scientifici che, periodicamente, demonizzano certi alimenti, anche la carne rossa ha subito il suo periodo di inquisizione.  Mia madre mi ha insegnato che in medio stat virtus, sottolineando l’importanza dell’equilibrio, a scapito degli eccessi. Anche gli americani concordano con questo motto. Infatti, secondo  le nuove Linee Guida Usa, siamo di fronte ad una svolta rispetto alle credenze del passato: le peggiori minacce per la salute sono le calorie totali, la percentuale di grassi saturi e quella degli zuccheri, oltre all’abuso di sale. Nessuna menzione particolare viene fatta alla carne rossa, mentre si esorta il consumo di quella magra e del pollame; il corretto modello alimentare deve prevedere, infatti, il consumo di tutti gli alimenti, senza nessuna esclusione. Secondo uno studio trentennale britannico, condotto dall’Università di Oxford, non sono state rilevate correlazioni tra  un consumo di carne moderato e la riduzione dell’aspettativa di vita: i dati di mortalità di chi mangia carne e di chi invece non lo fa, sono sovrapponibili. Dunque, i vegani e vegetariani inglesi non hanno una vita più lunga rispetto a chi mangia carne. Moderazione, all’interno di una dieta varia, è dunque la parola d’ordine per raggiungere il perfetto equilibrio nutrizionale componendo il difficile mosaico di nutrienti quotidianamente essenziali, per mantenersi in salute o per la crescita e lo sviluppo. Qualcuno potrà porsi delle legittime domande sul colesterolo. Secondo gli americani, gli zuccheri sono, spesso, una delle principali cause del suo aumento.  Per carità, non siamo né americani, né inglesi e quindi le nostre abitudini alimentari sono ben diverse rispetto a quelle dei campioni di popolazione studiate. Visto che, però, notoriamente, il consumo di carne di questi Paesi è mediamente superiore al nostro, possiamo tranquillizzarci e condannare la costata al rogo della brace.