aducHo sempre preso in giro, bonariamente, la mia amica che prima di scegliere la struttura, in Italia, dove trascorrere i suoi periodi di vacanza, fosse casa o albergo, organizzava spedizioni lampo per poter verfiicare i comfort o l’esistenza di situazioni disagevoli. Ma quanto tempo perso, dicevo io. Io che la verifica, in realtà, più tardi, l’ho fatta, ahimè, direttamente sulla mia pelle. Oggi, leggendo un comunicato di Aduc, L’Associazione pr i Diritti degli utenti e dei Consumatori, è emerso proprio che una discreta parte di chi prenota le proprie vacanze in strutture davvero convincenti, ben presentate sul web, ma anche sui cataloghi, con fotografie suggestive e descritte con parole ammalianti, resta, come si dice, deluso e fregato. Aduc avvisa che occorre fare attenzione alle stelle degli alberghi: ogni anno riceve lamentele da turisti che sono stati proprio “gabbati” dalle classificazione, supportata da immagini meravigliose. Ma come mai certe strutture vantano così tante stelle a fronte di una evidente qualità inferiore? Come mai capita, ormai troppo spesso, che il prezzo pagato non corrisponda né alla struttura, né ai servizi resi? Scoperto l’arcano, o meglio, è stato reso pubblico. Sicuramente non sapevate che la classificazione e’ fatta da commissioni regionali che, ovviamente, operano con criteri diversi da regione a regione. Quindi? E’ sconcertante rilevare che i criteri rigorosi rispettati dall’Alto Adige per emettere un giudizio, siano ben più severi di quelli applicati in altre regioni. Di conseguenza, sappiatevi regolare e pensate che un tre stelle altoatesino spesso vale un quattro stelle in altre località italiane. Che senso ha, quindi, la classificazione? In genere, la ricerca di un cliente che sfoglia un catalogo è condizionata dal numero delle stelle che presenta la struttura. Che valore hanno queste stelle? Lo potrà dire solo l’utente, se resterà soddisfatto, Di rimborsi, nemmeno l’ombra. Povera Italia. Aduc fa due proposte:  “sarebbe opportuno abolire la pantomima della classificazione pubblica, che non tutela l’utente, e lasciare che il mercato decida della bonta’ di un albergo, salvo ovviamente il rispetto delle norme di legge relativamente alle parti strutturali. Eviteremo che il consumatore sia preso in giro dall’apparato burocratico e consentiremo alle strutture ricettive di entrare in concorrenza fra loro. Altra soluzione sarebbe quella di avere una classificazione europea, con norme precise e controlli comunitari: probabilmente il turista sarebbe maggiormente tutelatoResta valido il passaparola, anche su internet, dove chi ha alloggiato in determinate strutture fa implacabili recensioni a beneficio dei futuri clienti“. Insomma, non fidatevi delle apparenze, ma documentatevi da chi ci è già stato. E voi, avete avuto brutte esperienze in vacanza?

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