L’Ospedale S. Anna di Ferrara è uno dei pochi centri in Italia ad utilizzare una nuova tecnica chirurgica e riabilitativa che permette, in gran parte dei casi, di lasciare inalterate le funzionalità dell’ultimo tratto dell’intestino.

L’intervento chirurgico per neoplasie del colon-retto prevede l’asportazione della porzione di intestino malata e dei linfonodi vicini. Se la neoplasia è particolarmente vicino all’ultimo tratto dell’intestino, l’intervento sarà demolitivo e prevedrà il posizionamento di un contenitore sterile di raccolta, permanente. Al S. Anna di Ferrara stanno applicando una nuova tecnica operatoria che, nella gran parte dei casi, permette di salvare la naturale funzionalità intestinale, sia attraverso l’utilizzo di sofisticati sistemi di dissezione chirurgica, con un’innovativa tecnica mini-invasiva chiamata TA-TME, sia utilizzando un trattamento di radioterapia e chemioterapia pre-operatorio. Questo intervento permette di asportare radicalmente il tumore lasciando indenne l’ultimo tratto dell’intestino, praticando una sutura tra quest’ultimo e il colon. Il periodo post-operatorio è caratterizzato da una specifica riabilitazione funzionale dei muscoli del pavimento pelvico, associato a particolari indicazioni dietetiche e nutrizionali. L’equipe chirurgica e riabilitativa che ha eseguito l’importante intervento è composta da: prof. Paolo Carcoforo, dott. Daniele Marcello, dott. Giorgio Soliani, dott.ssa Simona Ascanelli. “La tecnica chirurgica che stiamo applicando – dichiara il prof. Paolo Carcoforo, Direttore della U.O.C. di Chirurgia 2 – non è utilizzata in modo diffuso a livello nazionale. Questo fa sì che Ferrara rappresenti un centro di riferimento per il trattamento di questa patologia. L’obiettivo è quello di garantire il miglior risultato possibile in senso oncologico, riducendo al massimo il danno per il paziente: dolore, tempi di ospedalizzazione e conseguenze post operatorie. Di fondamentale rilevanza il trattamento riabilitativo-funzionale, soprattutto a livello del pavimento pelvico e la conservazione della naturale funzionalità intestinale. L’obiettivo è duplice: ottenere un risultato poco invasivo per il paziente e garantire una qualità anche alla ripresa post operatoria”.

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